In Italia l’emergenza smog resta un problema cronico. Nel 2021 su 102 capoluoghi di provincia analizzati, nessuno è riuscito a rispettare tutti e tre i valori limite suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ossia una media annuale di 15 microgrammi per metro cubo (μg/mc) per il PM10, una media di 5 μg/mc per il PM2.5 e 10 μg/mc per l’N02.
Il Piemonte continua ad essere uno dei territori maggiormente compromessi dal punto di vista atmosferico. Torino è ormai da tempo immemorabile nella top ten delle città più inquinate d’Italia. E’ seguita a ruota da Alessandria, Asti e Vercelli, sia per quello che riguarda il PM10 che per quel che riguarda il PM 2,5 e il NO2.
«In assenza di misure strutturali di lotta all’inquinamento – dichiara Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – le oscillazioni in classifica sono legate ad elementi contingenti, quali gli eventi atmosferici. La dimostrazione del fatto che la situazione non è migliorata, sono i dati torinesi di gennaio che vedono 25 sforamenti su 31 giorni, con il limite annuo sempre fissato a 35. Eppure nel 2021 si era registrato un leggero miglioramento e il Capoluogo aveva dismesso la maglia nera. La proroga della sospensione della ZTL è un segnale estremamente negativo. Accogliamo invece con piacere le proposte di nuove pedonalizzazioni e di scuole car-free fatte dall’assessora torinese Foglietta. È la strada giusta, quella per le persone e non solo per le auto.
Il piano emergenziale condiviso col bacino padano, come tutti gli strumenti emergenziali non è evidentemente in grado di migliorare stabilmente e sensibilmente la qualità dell’aria piemontese. È necessario che si instaurino norme più stringenti, dando contestualmente la possibilità ai cittadini piemontesi di sfruttare il trasporto collettivo. Penso a nuove linee di trasporto pubblico, ma anche alla riattivazione delle molte, troppe, ferrovie sospese piemontesi».
Proposte Legambiente
Di fronte a questo quadro e agli obiettivi di riduzione da raggiungere, l’associazione ambientalista rilancia le sue proposte in ambito urbano. Oltre all’importanza di ridisegnare lo spazio pubblico urbano a misura d’uomo (con quartieri car free, “città dei 15 minuti” in cui tutto ciò che serve sta a pochi minuti a piedi da dove si abita, strade a 30 km all’ora, strade scolastiche, smart city), occorre anche aumentare il trasporto pubblico elettrico con 15.000 nuovi autobus per il TPL (rifinanziando il Piano Nazionale Strategico della Mobilità Sostenibile a favore di soli autobus a zero emissioni); nuove reti tranviarie per 150 km (o filobus rapid transit); cura del ferro (500 nuovi treni e adeguamento della rete regionale con completamento dell’elettrificazione).
Incentivare la sharing mobility anche nelle periferie e nei centri minori. Realizzare 5.000 km di ciclovie e corsie ciclabili, rendere l’80% delle strade condivise tra cicli e veicoli a motore.
Vietare la commercializzazione dei veicoli a combustione interna al 2030 (al 2035 per camion e autobus interurbani prevedendo una strategia per il biometano liquido per l’autotrazione). Prevedere lo stop agli incentivi per la sostituzione dei mezzi più vecchi e inquinanti a favore di mezzi più nuovi ma ugualmente inquinanti.
Sul fronte del riscaldamento domestico, serve un piano di riqualificazione energetica dell’edilizia pubblica, con abitazioni ad emissioni zero grazie alla capillare diffusione di misure strutturali come il “Bonus 110%” e che favorisca il progressivo abbandono delle caldaie a gasolio e carbone da subito, e a metano nei prossimi anni verso sistemi più efficienti alimentati da fonti rinnovabili (es. pompe di calore elettriche).
La petizione online
Petizione. Infine Legambiente lancia la petizione on line “Ci siamo rotti i polmoni. No allo smog!” con la quale chiede al Governo risposte urgenti nella lotta allo smog, a partire dagli interventi sulla mobilità e l’uso dello spazio pubblico e della strada.