L’ondata di gelo artico che nella notte tra il 7 e 8 aprile ha fatto scendere i termometri a minime di 8,5° sottozero nella pianura del Po, in particolare nelle aree del Saluzzese e del Saviglianese in provincia di Cuneo, ha provocato danni significativi ai vigneti del Piemonte. Lo rilevano i tecnici di Confagricoltura, impegnati nei sopralluoghi nelle aree viticole della regione subalpina.
Colpiti in particolare i giovani impianti
«I danni sono fortunatamente localizzati – spiega Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte – ma tali da creare rilevanti ripercussioni economiche sulle imprese colpite». Complessivamente la superficie danneggiata è di circa 5.000 ettari, su un totale di circa 43.714 ettari che è la superficie complessiva del vigneto piemontese, con percentuali di danno che vanno dal 20 fino a oltre il 40%. Colpiti in particolare i giovani impianti: occorrerà attendere ancora una quindicina di giorni per capire se gli innesti potranno riprendere l’attività vegetativa.
«In provincia di Cuneo la situazione è un po’ meno grave: si segnalano alcuni danni nel Roero e nelle zone un po’ più anticipate del Barolo e Barbaresco dove le viti avevano iniziato a vegetare con i primi germogli. Si iniziano a vedere i primi danni che saranno meglio quantificabili nei prossimi giorni. Stimiamo un danno del 15 -20 % delle gemme colpite su una superficie di circa 3.000 ettari», dichiara Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo. Poco colpite le zone del Moscato, il Doglianese e il Monregalese.
La situazione nel Pinerolese
In provincia di Torino si segnalano danni ai vigneti del Pinerolese e in alcune aree del Canavese: si stima un danno medio del 30% su una superficie colpita di circa 200 ettari.
Confagricoltura ricorda che in Piemonte sono 13.177 le imprese che coltivano vite. «Una prima stima quantificata in modo ancora molto approssimativo, che potrà ancora essere aggiornata nelle prossime due settimane – dichiara il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaro – tenendo presente soltanto il valore dell’uva che non si raccoglierà e il rimpiazzo delle barbatelle di vite, ci porta a quantificare un danno complessivo di circa 18 milioni di euro a prezzi di base».