POSTE, IL MINISTRO COSTA ANNUNCIA NECESSITA’ DI RIVEDERE IL PIANO SU DISTRIBUZIONE A GIORNI ALTERNI

Borghi: “Impegno positivo. Ha ascoltato le istanze dei Comuni”

Poste dovrà rivedere con il Governo il suo piano di tagli dei servizi e in particolare il punto relativo alla distribuzione della corrispondenza e dei giornali a giorni alterni in 5.200 Comuni italiani. Lo ha annunciato il Ministro delle Autonomie e degli Affari regionali Enrico Costa nel corso della Conferenza Unificata che si è tenuta oggi a Roma, al quale hanno preso parte i rappresentanti di Anci, Uncem, Upi. Presenti l’on. Enrico Borghi, presidente Uncem e presidente dell’Intergruppo parlamentare per lo sviluppo della Montagna, l’on. Roger De Menech, vicepresidente Intergruppo, numerosi sindaci tra i quali Roberto Pella (Valdengo) e Bruna Sibille (Bra) per Anci.

L’incontro si è aperto con l’intervento dei vertici di Poste che hanno confermato la loro volontà di dare seguito al piano concordato nel 2015 con il Governo e AgCom, implementando i Comuni dove la corrispondenza verrà consegnata a giorni alterni, ma anche di voler “ripensare il modello organizzativo sul territorio”, senza rivisitazioni del piano.
Dal Ministro Costa una presa di posizione netta: “Sulla consegna a giorni alterni che da aprile interessa più di mille Comuni, chiederò valutazioni alla Commissione europea. Il piano di Poste va rivisto”. L’Intergruppo Montagna ha presentato al tavolo un documento che illustra come altri Stati UE hanno organizzato i servizi postali, con particolare riferimento alle aree interne e montane. Dall’Uncem anche una presentazione delle opportunità di “ufficio multiservizi” che può essere sperimentato nei piccoli Comuni, come vettore nuovo di servizi per i cittadini.
“Abbiamo apprezzato l’impegno del Ministro Costa – affermano Borghi e De Menech – che conosce i grandi problemi del servizio postale più volte evidenziati dai Comuni e da Anci e Uncem. Sa bene che Poste non può continuare a ridurre i servizi in alcune aree del Paese che ritiene poco remunerative. Non è accettabile. Guardiamo a quanto hanno fatto altri Paesi europei dove i servizi sono stati resi innovativi attraverso un serio programma legato allo sviluppo digitale. Serve prima di tutto concertazione, chiesta nell’Unificata e confermata dal Governo come necessità da concretizzare in un tavolo che ridiscuta il Piano di tagli ai servizi, chiusure di uffici, distribuzione a giorni alterni. Poste non può certo tirarsi indietro, abbandoni la rigidità e ridiscuta le sue strategie con Governo ed Enti locali”.

redazione

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