LA CRISI DEL PREZZO DEL LATTE RACCONTATA A BALLARÒ

In diretta da Scalenghe ieri sera le testimonianze dei produttori della Cia

CARMAGNOLA-CASTAGNOLE-NONE-SCALENGHE

Perché il latte italiano è in crisi? Ieri sera la trasmissione di approfondimento politico di Rai Tre Ballarò ha scelto di raccontarlo partendo dal Torinese dove, la scorsa settimana, oltre mille allevatori si sono ritrovati a Carmagnola, sotto le insegne della CIA – Agricoltori Italiani, per lanciare la propria richiesta di aiuto in una marcia simbolica insieme a bovine e trattori.

In collegamento dall’azienda agricola Fratelli Bertello di Scalenghe (To), l’inviato Claudio Pappaianni ha raccontato le difficoltà di produttori di latte piemontesi come Massimo Bertello, che in un anno ha visto scendere la remunerazione del proprio prodotto di 10 centesimi al litro e ora lo vende sottocosto. Davide Rosso, titolare di un’azienda che fornisce la materia prima per la produzione di formaggi freschi e responsabile regionale latte della CIA, ha mostrato alcuni dei formaggi tipici e Dop realizzati con latte piemontese: il Bra, la Toma piemontese, la Raschera e il Gorgonzola. Prodotti caseari di altissima qualità perché il latte crudo inizia la trasformazione in caseifici posti a pochi chilometri di distanza dal luogo di mungitura ma la cui esistenza è messa in pericolo dalla chiusura delle stalle e dall’invasione di latte straniero, più economico e che può essere utilizzato per la realizzazione di prodotti “made in Italy” per l’assenza di regole comuni  europee sulla tracciabilità.

Al presidente regionale della Cia Lodovico Actis Perinetto è toccato interloquire con gli ospiti in studio del conduttore Massimo Giannini, gli europarlamentari Matteo Salvini, leader della Lega Nord, e Simona Bonafè, del Partito Democratico. “È necessario battere i pugni in Europa per ottenere le risposte che i produttori aspettano” ha spiegato. Risposte come quelle elencate nella piattaforma presentata dalla CIA a Carmagnola: sbloccare le risorse del “Fondo Latte” per la ristrutturazione dei debiti e per la crescita della liquidità delle imprese, accrescere il valore del “de minimis” agricolo a 50.000 euro, favorire la contrattazione collettiva del prezzo del latte con regole chiare e legate agli effettivi costi di produzione.

A Scalenghe ieri sera si sono radunati oltre cento produttori di Torinese, Cuneese e Novarese.

redazione

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