I giovani del Ferrante Aporti nella biografia di Don Domenico Ricca

Foto Consiglio Regionale del Piemonte

TORINO

“Il cortile dietro le sbarre: il mio oratorio al Ferrante Aporti” è il titolo della biografia di don Domenico Ricca, salesiano, da oltre trentacinque anni cappellano dell’Istituto penale per minori torinese.

Il volume, scritto dalla giornalista Marina Lomunno, redattrice del settimanale diocesano La voce del popolo e collaboratrice del quotidiano Avvenire, è stato presentato il 15 febbraio all’Urp dell’Assemblea regionale, in via Arsenale 14, a Torino.

All’evento – introdotto e moderato dal garante regionale per i detenuti Bruno Mellano – sono intervenuti, con l’autrice, don Ricca e il procuratore dei minori del tribunale di Torino Anna Maria Baldelli.

“La preziosa esperienza di don Ricca, riassunta e raccontata nel libro – ha sottolineato Mellano – apre spiragli importanti sul mondo degli adolescenti, entra nel loro universo e aiuta a comprendere che i giovani ‘dietro le sbarre’ non sono poi così diversi da quelli che frequentano gli oratori e i centri aggregativi della città”.

“Ciò che più mi colpisce della vita e dell’opera educativa di don Ricca – ha confidato Marina Lomunno – è il grande rispetto per i ragazzi. Quando accenna alle loro storie, infatti, non entra mai nei particolari: i loro volti, i segreti e le emozioni non vengono ostentati. E apprezzo la sua consapevolezza di essere, nel contempo, sacerdote e uomo delle istituzioni: l’uomo di Chiesa non scavalca mai l’uomo delle istituzioni e, in qualche modo, i due ruoli si compensano e si compeltano”.

“Non si tratta comunque di un volume celebrativo – ha evidenziato don Ricca – ma di un’occasione per mostrare come trentacinque anni della storia della città di Torino s’intreccciano con quella del tribunale e della giustizia minorile. Il libro rappresenta, inoltre, un’occasione per dar voce a chi, a diverso titolo, s’incontra al Ferrante Aporti: dalla direttrice al procuratore del Tribunale dei minori, dal comandante degli agenti penitenziari a don Marco Cattanea, il mio predecessore, recentemente scomparso”.

“La giustizia minorile in Italia – ha concluso Anna Maria Baldelli – rappresenta un modello da imitare, poiché ritiene il ricorso all’istituto penale come extrema ratio e mira a restituire al minore le opportunità di crescita che gli sono mancate. Non va infatti dimenticato che quando un ragazzo oltrepassa la soglia del Ferrante Aporti non è solo lui, ma tutta la società ad avere sbagliato”.

I diritti d’autore del volume, pubblicato dalla casa editrice Elledici e giunto alla I ristampa, sono devoluti per finanziare borse di studio e di lavoro per il reinserimento dei ragazzi che attraversano l’esperienza del Ferrante Aporti.

redazione

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