Se pensate che nella vostra vita o nella vostra famiglia possa accadere qualunque cosa, vi sbagliate di grosso. In ogni contesto sociale ci sono delle “storie possibili” che possono verificarsi e, dall’altra parte, delle “storie proibite”, impossibili.
Lo psicologo lavora come un cercatore di funghi. Di tanto in tanto, incappa in una preziosa storia proibita che se ne stava ben nascosta e che rischiava di passare inosservata o, peggio, di venire calpestata.
Un esempio: la famiglia Sempreinpace è molto unita e fa sempre tutto insieme. Armonia e tranquillità regnano incontrastate. I disaccordi e i litigi sono molto malvisti e pertanto accuratamente evitati. Il dialogo è considerato un aspetto fondamentale e molto positivo ma spesso risulta essere un po’ fittizio e poco autentico, visto che gli elementi che potrebbero generare disaccordo o scontri vengono taciuti e cacciati sotto al tappeto. Quali sono le storie proibite della famiglia Sempreinpace? Vediamone alcune. Un membro comunica agli altri che quest’anno non trascorrerà il Natale o la Pasqua o le vacanze con il resto della famiglia perché desidera fare altro. Oppure: uno dei figli comunica che si iscriverà a Filosofia anche se il bisnonno, il nonno ed il padre hanno studiato Medicina ed implicitamente ci si aspetta che anche lui faccia lo stesso.
I membri della famiglia agiscono come attori su un palco che recitano una parte tenendo in mano un copione invisibile. Nessun attore può uscire di scena o mettersi a cambiare le battute, ad improvvisare. Si scatenerebbe un putiferio. Ma il putiferio è un evento sconosciuto per la famiglia Semprenpace, una storia impossibile, e quindi fa paura il doppio.
Quando si apre una porta si chiudono mille portoni. La nostra esistenza è costellata di scelte che precludono altre possibilità sia a livello macro (se siamo una coppia e mettiamo al mondo cinque figli, non potremo andare a ballare insieme i sabati sera) sia a livello micro, se pensiamo all’infinità di modi in cui le nostre scelte, i nostri equilibri e le nostre frequentazioni sbarrano percorsi per sempre, rendendoli impossibili.
Impossibile dire di no, impossibile deludere le aspettative, impossibile prendere un brutto voto, andarsene, cambiare idea, fare qualcosa di diverso, rischiare, accontentarsi, osare di più, osare di meno, dare scandalo, far parlare di sé, esporsi… Potrei continuare all’infinito perché infinite sono le storie proibite.
Ogni situazione prevede un copione, un codice di comportamento ed una sequenza di battute appropriate: uscire dal seminato richiede una certa dose di coraggio e comporta sempre un costo.
A che serve, in quest’ottica, lo psicologo? Come il bravo cercatore di funghi a cui facevo riferimento all’inizio, egli deve essere capace di utilizzare fiuto ed esperienza per individuare le storie impossibili di chi ha davanti; con cautela e con molto tatto, queste storie vanno portate alla luce e rese visibili. Pensabili. Chissà che poi la persona, dopo averle pensate, non decida di metterne in pratica qualcuna, trasformandola in possibile.
Lo psicologo aiuta le persone a stanare storie proibite, a riscrivere il copione e a percorrere un sentiero diverso, che può essere vicinissimo e parallelo a quello previsto inizialmente oppure lontanissimo. Ad abbandonare le autostrade per scegliere le mulattiere o anche viceversa, ad ampliare il raggio delle possibilità e immaginare finali alternativi.
Ecco cosa sono le storie proibite: il mondo di possibilità che si trova ad un palmo dal nostro naso e che non vediamo perché siamo imprigionati nella parte, nei ruoli e nelle aspettative, senza renderci conto che tutto quello che accade nella nostra vita non succede a noi, ma succede per noi.