Secondo lockdown, a Carmagnola la città oggi è quasi vuota

Primo giorno per il secondo lockdown del Piemonte. Siamo andati a vedere cosa succede quindi a Carmagnola, uno dei paesi più grandi tra quelli seguiti dalla nostra redazione.

Carmagnola, piazza Sant’Agostino

Poche le persone in strada, essenzialmente dirette in panetteria o nei negozi di generi alimentari o farmacie. Rispetto allo scorso marzo, le chiusure sono imposte a meno negozi, stabilite in base alla tipologia di merce venduta. Oltre agli alimentari, sono aperte librerie, cartolerie, edicole, tabaccai, negozi di abbigliamento e calzature per bambini, intimo, profumerie. Vige però il divieto di spostamento, per cui i clienti sono disorientati.

Chi è chiuso ha lasciato comunque le vetrine aperte, alcune illuminate.

Carmagnola, via Valobra

Sul punto è intervenuto il segretario regionale CNA Piemonte Filippo Provenzano: «Chiediamo i necessari chiarimenti in merito agli spostamenti per i clienti delle attività consentite dal DPCM» ha infatti affermato, sostenendo che «per noi prezzo troppo alto. Le nostre imprese vogliono tornare presto a lavorare, continuando a operare in sicurezza».

Ascom si sta facendo sentire coinvolgendo i commercianti con cartelli appesi alle vetrine dei negozi chiusi: “Per lo Stato questa attività oggi non è necessaria”. Ma invita anche alla fiducia, pensando ai clienti fidelizzati in vista del Natale. In questo caso i commercianti esprimono un pensiero più positivo, con un cartello leggermente diverso: “Per lo Stato questa attività oggi non è necessaria. Dimostra che non è così! Aspettaci per i tuoi regali di Natale!”.

Alcuni bar non hanno aperto, altri hanno provato con l’asporto. Il desiderio è quello di poter lavorare.

Carmagnola, via del Porto

Il presidente del Piemonte Alberto Cirio ha chiesto una verifica

Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha commentato le misure del Governo: « “Il fatto che il Governo abbia scelto sulla base di dati vecchi di dieci giorni rischia di non tenere in considerazione diversi elementi, pone in una situazione più critica Regioni che sono in fase di miglioramento e non tiene invece conto del peggioramento di altre realtà del nostro Paese. In Piemonte l’Rt è passato da 2,16 a 1,91 grazie alle misure di contenimento adottate. Si riscontra una fragilità dell’impianto scientifico della classificazione: almeno 4 o 5 Regioni non erano valutabili, perché non hanno trasmesso tutti i dati. Chiedo che il Piemonte venga classificato per i dati reali, come le altre Regioni. Per questo ho chiesto una verifica».

redazione

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