«Ho sostenuto convintamente con la mia firma e il mio appoggio l’ordine del giorno che il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato nella seduta di martedì 9 maggio, e che impegna la Giunta regionale a stanziare ulteriori risorse in favore dei Comuni piemontesi per sostenere i costi necessari ad aumentare la quota di raccolta differenziata dei rifiuti. È un obiettivo ambientale e green condiviso da tutti, ma non si possono sempre scaricare sui sindaci e sui cittadini i maggiori costi di una battaglia che non deve restare ideologica e di principio, ma vedere impegnati tutti i livelli per tradurla in misure concrete e sostenibili».
Il consigliere regionale Davide Nicco commenta così con soddisfazione l’atto cui ha dato il suo sostegno e che l’assemblea di Palazzo Lascaris ha approvato, destinato a sostenere i sindaci nell’impegno di aumentare sul proprio territorio comunale la raccolta differenziata secondo quanto stabilito dal Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e di bonifica delle aree inquinate (Prubai).
«Con la legge sui rifiuti approvata oggi (ieri, ndr) – spiega Nicco – la Regione aumenta la quantità di raccolta differenziata che i Comuni si impegnano a raggiungere per non andare incontro a sanzioni. Un obiettivo sacrosanto dal punto di vista ambientale e di sostenibilità. Per conseguirlo, però, le amministrazioni hanno bisogno di maggiori risorse».
Nicco: una misura che sostiene le politiche delle amministrazioni locali
Questo Ordine del giorno impegna la Regione a destinare a tale fine fondi ulteriori rispetto a quanto previsto dal bilancio regionale sul Prubai, agendo su due leve fondamentali. Una: a partire dall’esercizio finanziario 2024, verrà destinato al Prubai l’intero ammontare del gettito derivante dalla cosiddetta “ecotassa”, il tributo speciale che la Regione incassa per il deposito in discarica e in impianti di incenerimento dei rifiuti indifferenziati senza recupero di energia. Due: verrà destinata all’incremento del fondo Prubai e al finanziamento dei suoi interventi anche la totalità, e non solo una parte, delle sanzioni che devono pagare i consorzi di area vasta che non hanno raggiunto gli obiettivi di recupero.
«È una misura intelligente e di buon senso – conclude Nicco – che sostiene le politiche delle amministrazioni locali a favore dell’ambiente senza aumentare i costi a loro carico, e reimpiega a tale fine il gettito regionale derivante da questo stesso ambito».