Gli ultimi report parlano di un ritorno ai livelli pre Covid 19 per quanto riguarda le famiglie in grado di risparmiare. Casa e figli sono le motivazioni più diffuse, ma vince anche la precauzione.
Gli italiani tornano a risparmiare e la percentuale di chi riesce a farlo con continuità torna ai livelli pre-pandemia. A dirlo sono i dati dell’Indagine sul risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani nel 2023, curata da Intesa Sanpaolo e dal Centro Einaudi.
Se nel 2022, infatti, erano il 53,5% le famiglie in grado di risparmiare, lo scorso anno si è chiuso con una percentuale del 54,7. A salire è anche il reddito medio risparmiato: 12,6% rispetto all’11,5% dell’anno precedente. Un trend che arriva anche in Piemonte, dove sono stati sottoscritti oltre 1,6 milioni di libretti postali e quasi 3 milioni e mezzo di buoni fruttiferi, a confermare una nuova attenzione da parte dei cittadini al loro portafogli.
Non solo Poste, crescono anche i conti deposito
A giocare un ruolo importante nella nuova predisposizione degli italiani per il risparmio, sono anche alcuni strumenti di investimento sicuro per il futuro. Tra questi ci sono i conti deposito, strumenti finanziari pensati proprio per la conservazione dei risparmi che si differenziano dai conti correnti perché non sono pensati per le operazioni quotidiane, ma sono creati come cassaforte dove tenere i propri fondi e soprattutto vederli crescere nel tempo.
A crescere sono anche le obbligazioni, che rappresentano il 28% degli investimenti, mentre la Borsa è ancora terreno per pochi, dal momento che rappresenta solo il 4,2%. Aumenta il peso dell’oro e gli investimenti in fondi etici ESG.
Le motivazioni del risparmio
Ma quali sono gli obiettivi del risparmio degli italiani? Secondo gli ultimi dati il 30% dice di voler risparmiare per l’acquisto o il mantenimento della casa, mentre il 16% risponde citando i figli. Il 5% degli intervistati, inoltre, spiega di risparmiare per far fronte all’incessante aumento dei prezzi, mentre 1 italiano su 3 risparmia in maniera precauzionale, senza un obiettivo preciso.
Il dato che emerge più lampante, però, è quello della necessità di una maggiore competenza e alfabetizzazione finanziaria, in un discorso che è valido tanto per gli adulti quanto per i più giovani. «Appare più che mai attuale il richiamo alla centralità dell’educazione finanziaria – ha spiegato Gregorio De Felice, Chief Economist di Intesa Sanpaolo – Per poter convivere senza danni con l’inflazione occorre imparare a conoscerla. Molto è già stato fatto, dai privati e dalle istituzioni: la strada da percorrere, però, è ancora lunga». Una strada che guarda al futuro, all’educazione, alla sensibilizzazione. Una strada che guarda al domani dell’economia, un domani in cui il risparmio sarà sempre più difficile e, per questo, sempre più importante.