È stato presentato giovedì 14 novembre a Palazzo Lascaris il nuovo progetto Dimore Amiche che coinvolge 50 dimore storiche del Piemonte, tra cui figura anche Villa Giacosa Valfrè di Bonzo della famiglia Chialva di Pancalieri.
La conferenza è stata introdotta dal presidente del Consiglio Regionale Davide Nicco. In sala erano presenti l’europarlamentare Giovanni Crosetto, l’assessore regionale al Turismo, Cultura, Sport e post olimpico, Pari opportunità e politiche giovanili Marina Chiarelli, Alessandro Gosztonyi vicepresidente dell’A.D.S.I. e Presidente della Sezione Piemonte e Valle d’Aosta, e Gabriella Aires presidente FIAVET Piemonte (associazione italiana di categoria che unisce agenzie di viaggio e tour operator).
Turismo di qualità in Piemonte
Il nuovo progetto ha come obiettivo il lancio e il sostegno del turismo di qualità in Piemonte, che coinvolge già ora soprattutto turisti stranieri in arrivo dal nord Europa e dall’America. Il circuito delle dimore storiche offre un turismo esperienziale molto ricercato da questa tipologia di visitatori; le visite condotte direttamente dai proprietari di palazzi, ville e castelli permettono infatti ai turisti di conoscere la vera Italia, con la sua storia, cultura e tradizione.
Molto importante in questo senso risulta quindi il protocollo d’intesa siglato da A.D.S.I. Piemonte Valle d’Aosta e FIAVET Piemonte. I due enti lavoreranno di concerto per permettere ai visitatori di scoprire la bellezza del Piemonte e ammirare dei beni privati straordinari, su prenotazione e secondo programmi coordinati dalle agenzie di viaggio convenzionate. La Federazione in particolare si occuperà di coordinare i tour in Piemonte offrendo esperienze esclusive e di nicchia per scoprire case e castelli normalmente non aperti al pubblico. «L’intermediazione di Fiavet Piemonte mira a fare incontrare domanda e offerta – ha spiegato Laura Audi vicepresidente di Fiavet Piemonte – In quanto leader del settore di organizzazione turistica riteniamo di poter dare un valore aggiunto alla conoscenza di territori di cui siamo profondi conoscitori grazie alla grande esperienza acquista nei decenni di organizzazione di incoming dei nostro soci».
L’importanza di questo aspetto è stata sottolineata dall’europarlamentare Giovanni Crosetto: «Il progetto presentato ha la grande ambizione di voler creare sinergia e coesione affinché le singole dimore storiche, uniche e peculiari nel loro genere, possano offrire un percorso ed un’esperienza turistico-culturale nel loro complesso».
Preservare un patrimonio culturale
Ha dichiarato quindi l’Assessore regionale al Turismo Marina Chiarelli: «È un esempio da seguire per allargare l’offerta non solo per i viaggiatori che provengono dall’estero ma anche per i movimenti interni. Questi luoghi rappresentano la nostra identità profonda, raccontano la storia delle famiglie che hanno contribuito a rendere più belli i nostri luoghi. Valorizzare queste dimore e i tesori che vi si trovano non significa solo promuovere il turismo, ma anche preservare un patrimonio culturale che appartiene a tutti noi. Ogni visita diventa un’occasione per riscoprire il legame con le nostre radici, un ponte tra passato e presente che permette di rafforzare il senso di appartenenza e di trasmetterlo alle nuove generazioni».
Collaborazione tra pubblico e privato
Il Presidente ADSI Piemonte e Valle d’Aosta Alessandro Gosztonyi ha fornito alcuni dati utili a comprendere il significato dell’iniziativa e il ruolo delle dimore storiche. «Aprire una dimora storica al pubblico – ha affermato – è un atto di responsabilità e di amore per quei territori dove, un tempo, castelli, ville e palazzi, oltre che custodi di momenti di storia ed arte tramandati nei secoli, erano il riferimento di comunità, il volano di economie che ruotavano attorno ad essi».
Spesso ritenute beni di lusso, le dimore storiche contribuiscono a tenere in vita mestieri e professioni in via di estinzione ma fondamentali per la manutenzione di luoghi che necessitano di interventi non comuni, nel rispetto di tecniche e precisi criteri. In conclusione del suo intervento, Gosztonyi ha sottolineato come il futuro risieda «nella collaborazione tra pubblico e privato, sul modello di esempi vincenti come quello del Ducato di Parma e Piacenza, attraverso bandi specifici e investimenti che possano favorire ricadute positive per luoghi e territori che, contrariamente ad altre imprese, non possono essere de localizzati».
Le dimore storiche di Pancalieri, Piobesi, Villastellone, Villafranca e Racconigi
In Sala Viglione era presente Sara Chialva, rappresentante della famiglia proprietaria di Villa Giacosa Valfrè di Bonzo. La dimora viene periodicamente aperta alle visite in occasione delle giornate programmate da A.D.S.I. e per eventi organizzati da Casa Chialva. Era presente anche l’assessora di Pancalieri Roberta Raffoni in rappresentanza dell’Amministrazione comunale di Pancalieri, con Margherita Pretto.
«Custodire un complesso monumentale – ha affermato la dottoressa Sara Chialva – significa celebrarne quotidianamente la meraviglia, in ogni gesto. Nel rispettoso ascolto del genius loci, si è depositari di un prezioso passato, di cui essere interpreti e testimoni. Numerose competenze e un’attenta sensibilità rendono custodi e portavoci della storia di questi luoghi, che è storia d’Italia. Grazie alla condivisione di conoscenze, ricerche, memorie, la storia del loro passato si fa storia presente, e al contempo, concorre a tratteggiare la storia del loro futuro».
Fanno parte del circuito Dimore amiche anche Casa Lajolo di Piossasco, Palazzotto Juva di Volvera, villa La Paesana di Piobesi Torinese, Borgo Cornalese a Villastellone, il Castello di Marchierù a Villafranca Piemonte, Tenuta Berroni a Racconigi, palazzo Marchesi del Carretto a Saluzzo.
Villa Giacosa Valfrè di Bonzo
Dimora storica della famiglia Chialva e perla architettonica del panorama piemontese, il complesso monumentale di Villa Giacosa fu edificato nel 1825, ad opera dell’Ingegner Ignazio Michela, maestro dell’Antonelli. La facciata principale è caratterizzata dall’imponente loggia tetrastila del piano nobile, che si sovrappone ad un pronao basamentale aperto da fornici a tutto sesto. Attingendo dalla cultura palladiana, è stata prevista una posizione privilegiata dell’edificio padronale e una stretta connessione con la dépendance, la ghiacciaia neogotica, il giardino e gli altri nuclei del complesso.
Polo culturale e riferimento per il territorio
Il complesso monumentale Villa Giacosa Valfrè di Bonzo – Casa Chialva, luogo amatissimo e punto di riferimento culturale per il territorio in cui è inserito, favorisce la conservazione, la valorizzazione e la trasmissione nel tempo, del proprio patrimonio culturale e colturale, storico, artistico, architettonico e botanico.
Coltivatori dal 1865, distillatori dai primi Novecento, imprenditori oggi alla quinta generazione, Chialva fonda le basi sulla tradizione familiare più antica del settore, di coltivatori, distillatori e produttori di Menta piperita di Pancalieri e piante officinali. L’attività internazionale di Chialva trova le sue radici in un territorio profondamente amato.
Casa Chialva, dagli anni Settanta del Novecento, accoglie conferenze e convegni di settore, nazionali ed internazionali, Associazioni e Industrie, Board scientifici, Atenei. Mantenendo questo modus operandi, negli anni, l’accoglienza si è estesa, anche ad un pubblico non di settore, in differenti modalità e mediante un sistema di divulgazione valoriale che abbraccia più ambiti culturali di riferimento, in un continuo confronto, in una reciproca valorizzazione di tradizioni ed innovazioni. È possibile conoscere la grande tradizione Chialva in percorsi dedicati, scoprendo saperi preziosi, sentori speciali, sapori unici.
Chialva da sempre si impegna, con progetti e partnership, nel sostegno di opere divulgative e benefiche, in ambiti nazionali ed internazionali.
Le molteplici proposte presso i luoghi Casa Chialva, concorrono a rendere viva la memoria di un passato che è il cuore del complesso monumentale, e che, con esso, non smette di dialogare con il presente, in un continuo slancio verso il futuro.
Irene Canova