Confartigianato e CNA contro le restrizioni al take away in Piemonte

Critiche per le scelte del Piemonte per la Fase 2. Pasticcerie e gastronomie non possono vendere alimenti da asporto, che invece si possono acquistare nei supermercati.

Mi si spieghi che differenza c’è tra fare la fila per comprare le sigarette dal tabaccaio e fare la fila per comprare una torta, un piatto di gastronomia o un gelato da un artigiano“. È Giovanni Genovesio, presidente regionale di CNA Agroalimentare e portavoce Horeca, a dar voce al malcontento dovuto ai provvedimenti contenuti nel DPCM con le prescrizioni per la Fase 2 e alle possibili restrizioni al take away imposte, invece, dalla Regione Piemonte.

Giovanni Genovesio

Mentre il Governo inserisce questo settore tra le ultime categorie in ordine di tempo a poter riaprire, la giunta regionale guidata da Alberto Cirio, ha già annunciato politiche più restrittive proprio nei confronti distribuzione del cibo da asporto.

Come mai vanno benissimo le code chilometriche davanti ai supermercati, nei quali si è continuato a vendere, pasticcerie, gastronomia fresca liberamente, e tre persone non possono stare davanti a un ristorante per prendersi il pranzo da portare in ufficio o la cena da portare a casa?“, si chiede provocatoriamente Genovesio.

C’è un protocollo sottoscritto tra le parti sociali, si applichi il protocollo e si conceda di riaprire per l’asporto. Siamo disponibili a confrontarci con la Regione, troviamo una soluzione, ma le imprese non hanno più tempo”, ha concluso Genovesio.

Anche Confartigianato preoccupata per il protrarsi del lockdown

Apprendiamo dai media con sgomento e preoccupazione l’ipotesi di uno slittamento del take away” commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Piemonte La categoria è amareggiata ed esasperata dalla situazione che si sta verificando per il protrarsi del Lockdown. Siamo sconcertati come un’amministrazione possa legittimare in questo modo il proliferare della concorrenza sleale della grande distribuzione.  Se i Governatori di altre regioni hanno autorizzato tale formula, anticipando, di fatto, il Presidente del Consiglio perché non farlo anche qui da noi?”.

Le imprese artigiane del Piemonte che operano in questi settori, secondo recenti analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Piemonte, su dati UnionCamere, sono ben 89.163  di cui  19.397 del settore dolciario.

Per tutelare queste imprese e scongiurare il colpo di grazia definitivo – conclude Felici chiediamo al Governatore del Piemonte di fare un’inversione di pensiero per un comparto che è stato già devastato dagli obblighi di chiusura totale”.

redazione

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