«Siamo vicini a tutte le persone coinvolte negli eventi che hanno colpito Bardonecchia la scorsa notte – dichiara Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – Una vicenda che per fortuna non ha mietuto vittime, che ancora deve essere approfondita, ma che avrebbe potuto essere drammatica, molto più di quanto non sia stata».
Una colata di acqua, fango, pietre e detriti ha causato, nella sera di domenica 13 agosto, l’esondazione del rio Merdovine nel centro abitato di Bardonecchia. E’ stata chiusa la strada provinciale 216 del Melezet, in direzione Valle Stretta, dal km 0 al km 0+600, all’altezza della rotonda dove si trova la Polizia di Stato. Qui una gran quantità di detriti impedisce l’attraversamento del ponte. La Città metropolitana di Torino prevede che la chiusura della 216 si protrarrà per diversi giorni.
«Ancora una volta siamo a contare i danni derivanti da eventi estremi – prosegue Prino di Legambiente – I cambiamenti climatici che indeboliscono le nostre montagne, veri e propri hotspot dove gli effetti sono fortemente amplificati, una forte antropizzazione ed una cementificazione selvaggia che ha portato ad incanalare e costringere fiumi e torrenti costruendo a pochissimi metri dagli argini, sono le principali cause di quanto abbiamo visto accadere».
«E’ ora che si prenda sul serio l’emergenza climatica in cui siamo sprofondati – continua Prino – lavorando duramente e velocemente per l’adattamento alle nuove condizioni che ci troviamo ad affrontare e per mitigare l’effetto delle nostre attività sull’aumento della CO2 in atmosfera. E lo si deve fare ad ogni livello, dal governo nazionale alla Regione, alle Province fino ai Comuni, con coscienza, serietà ed appoggiandosi alla comunità scientifica. Con buona pace degli “ambientalisti del ma”, ovvero coloro che “sono a favore della lotta ai cambiamenti climatici ma…” antepongono altre priorità, per lo più economiche, è giunto il momento di una presa d’impegno seria e fattiva, o presto i danni procurati alle imprese e all’economia saranno superiori agli interessi che oggi ci ostiniamo a tutelare in barba a qualsiasi principio di precauzione».
Il presidente Cirio ha sentito telefonicamente ieri mattina la sindaca del comune piemontese Chiara Rossetti per gli ultimi aggiornamenti. «Sono in diretto contatto con la sindaca che mi ha confermato che non ci sono vittime e anche le cinque persone date inizialmente per disperse sono stati rintracciate. Questa è sicuramente una buona notizia. Tuttavia i danni sono rilevantissimi e ho già sentito il vice premier Antonio Tajani che ha fin da ora dato la disponibilità del governo a fare la propria parte per aiutarci ad affrontare questa situazione», spiega il presidente della Regione, Alberto Cirio.
«La situazione è al momento sotto controllo: l’onda anomala di fango e detriti ha coinvolto molte auto, danneggiato strade e ponti, ma non risultano al momento coinvolte persone. Anche le verifiche già effettuate sulla diga di Rochemolles non hanno rilevato criticità – aggiunge l’assessore Gabusi – Già da ieri sera siamo in contatto con il capo dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio e dato la piena disponibilità ad attivare il coordinamento regionale di Protezione civile. Sono in partenza questa mattina alcune squadre di volontari del coordinamento regionale per aiutare i gruppi locali a rimuovere fango e detriti dalle strade e ripristinare la viabilità e i tecnici di Arpa, l’agenzia regionale per l’ambiente, per effettuare alcuni sopralluoghi sul bacino del Rio Frejus».
Il vicesindaco della Città metropolitana di Torino Jacopo Suppo si era subito messo in contatto con la sindaca di Bardonecchia Chiara Rossetti. «Siamo vicini alla Città di Bardonecchia, ai suoi cittadini, ai commercianti, ai turisti in un momento così difficile. Nella disgrazia, possiamo ringraziare che non ci siano vittime: ma è l’ennesimo segnale di quanto occorra essere sempre attenti sul territorio a fronte di eventi climatici estremi. Il personale della nostra Viabilità è in valle da questa notte e sta lavorando a pieno ritmo per rimuovere l’enorme quantità di detriti che si è riversata sulle strade e ripristinare al più presto la viabilità».