Acqua biancastra e con materiale litoide in sospensione in tre torrenti nei comuni di Barge e Bagnolo Piemonte: i Carabinieri Forestali di Barge hanno individuato i responsabili.
Si tratta di tre siti di cava e magazzini di lavorazione della pietra, attività molto diffuse in quei territori.
I torrenti inquinati
Nel Rio Secco responsabile dell’acqua sporca era una tubazione interrata che convogliava lo sfrido derivante dalla lavorazione della pietra direttamente nel torrente.
Le acque del Rio Infernotto, torrente demaniale, erano invece utilizzate nel ciclo produttivo di un’azienda e successivamente riversate nei torrenti insieme allo sfrido proveniente dai piazzali di lavorazione. Lo sversamento avveniva senza alcun filtraggio dell’acqua o decantazione dei fanghi, per cui l’acqua del torrente presentava un marcato intorbidimento a valle dell’impianto.
Le acque intorpidite del Rio Chiappera infine erano conseguenza della mancata manutenzione della vasca di decantazione delle acque tecnologiche utilizzate nel ciclo produttivo di un’altra azienda.
Le tre ditte sono state segnalate all’Autorità Giudiziaria per illecita gestione dei rifiuti aziendali e per la mancanza di adeguate autorizzazioni per gli scarichi e la gestione delle acque tecnologiche. I Carabinieri hanno anche elevato multe per un importo complessivo di 21 mila euro.
I danni alla fauna
L’intorpidimento delle acque con materiale litoide è un grave danno per la fauna ittica e bentonica che vive nei corsi d’acqua. Può anche provocarne la morte per soffocamento.
L’operazione nella zona di Barge e Bagnolo Piemonte è scattata a seguito della segnalazione dei cittadini. E’ stata condotta dai Carabinieri Forestali di Barge con la Polizia Locale della Provincia di Cuneo e Arpa Cuneo.