Ma il monitoraggio non può essere considerato rappresentativo della reale situazione se non a seguito di ulteriori eventuali registrazioni di dati negativi nei prossimi anni
La passeggiata di sabato 5 gennaio lungo le sponde del torrente alla ricerca dei luoghi dove la trota marmorata depone le uova ha dato esiti diversi rispetto al passato: ne sono state contate molte meno, probabilmente a causa della piena dello scorso novembre.
Sono state contate dodici freghe (i nidi di deposizione delle uova della Trota marmorata) contro le più di cento dello scorso anno. Ciò è probabilmente dovuto, spiega la Dr.ssa Anna Maria Gaggino del Parco del Monviso, alla piena del torrente Pellice dello scorso novembre: «La piena autunnale del torrente, decisamente più intensa del consueto, ha con ogni probabilità cambiato l’assetto del corso d’acqua rendendolo meno praticabile alle trote. La maggiore portata idrica attuale e l’aumento della sabbia nel letto del fiume ne sono alcuni chiari indicatori: le trote, nell’impossibilità di risalire il Pellice a causa delle sue condizioni, hanno cercato, probabilmente più a monte, lungo i torrenti Cantogno o Ghiandone, un ambiente più idoneo per la deposizione delle uova».
Il monitoraggio, viene spiegato con un comunicato stampa diffuso dal Parco del Monviso, «non può essere considerato rappresentativo della reale situazione della specie in quanto le condizioni idrologiche e idromorfologiche del Torrente Pellice non sono comparabili con quelle degli scorsi anni, pertanto ad oggi non è possibile parlare di una diminuzione irreversibile degli effettivi di Salmo mamoratus nel tratto indagato, se non a seguito di ulteriori eventuali registrazioni di dati negativi nei prossimi anni. Le piene autunnali che modificano la configurazione dei fiumi e l’attuale presenza di elevati livelli idrici non sono situazioni eccezionali per il nostro territorio, il Torrente Pellice, continua e continuerà ad essere habitat di elezione per questa splendida trota».