Macelli e industrie di trasformazione hanno rallentato le produzioni , sul mercato c’è un’eccedenza di offerta. Roberto Barge (Confagricoltura Cuneo): “Privilegiare i suini nazionali”
Allarme per l’allevamento dei suini. Nel terzo mese di questo 2020, secondo ISMEA, il prezzo medio al consumo della carne suina fresca è risultato pari a 7,39 euro/kg.
Questo dato è in aumento sia rispetto al mese precedente (+2,3%) che rispetto allo stesso periodo dello scorso 2019 (+10,1%). Lo stesso trend vale per il prosciutto crudo di Parma, in crescita sul mese precedente (+2,2%) e sullo stesso periodo dell’anno scorso (+5,6%).
Roberto Barge: la situazione è molto grave
Queste dinamiche pesano direttamente sulle tasche dei consumatori italiani in questo tempo di crisi e lasciano l’amaro in bocca agli allevatori di suini. Gli allevatori di suini infatti, hanno visto i prezzi dei capi da macello in forte flessione e i ricavi non sufficienti a coprire i costi di produzione. Motivo per cui le oltre 800 aziende del comparto in provincia di Cuneo sono preoccupate, considerati anche gli effetti del Covid-19 che su questo settore sta avendo ripercussioni negative.
Come spiega Roberto Barge, presidente della Sezione Suinicola di Confagricoltura della provincia di Cuneo: “La situazione è molto grave – dichiara –. Bisogna considerare che il 30% del capo macellato è destinato a salumi e di insaccati, ma con la chiusura dei ristoratori la domanda di questi prodotti si è contratta fortemente. Di conseguenza i macelli hanno ridotto l’attività e questo ha creato un’eccedenza di offerta, che ha fatto calare il prezzo in modo preoccupante. A partire dall’inizio dell’epidemia, a inizio marzo, nel giro di sole otto settimane il prezzo dei suini grassi è diminuito di 40 centesimi/kg. Inoltre gli animali restano inevitabilmente più a lungo nelle stalle, vanno fuori peso e non rientrano più nei limiti previsti dai disciplinari delle DOP. Questo determina un ulteriore deprezzamento”.