SALUZZO – Don Luigi Destre, un pezzo fondamentale di storia degli ultimi 60 anni della Valle Po, da oggi è anche “libro”. In occasione del suo 80° compleanno, infatti, e in concomitanza con il “Premio Aimar” che gli verrà consegnato martedì 16 giugno al Teatro Politeama di Saluzzo, esce un volume che racconta di questo personaggio “unico”. Un lavoro che porta una dedica speciale, rivolta proprio all’amico Gianni Aimar.
A firmare la fatica editoriale è stato Enrico Miolano, paesanese proprio come don Luigi. E l’autore, così descrive questo lavoro: «In questi mesi ho scoperto che scrivere di don Luigi è come attingere acqua da un pozzo che non si esaurisce mai. Ho ricercato e scritto con un unico intento: tratteggiare la vita di un uomo che ha contribuito a scrivere la storia di una valle a cavallo di due secoli, pennellare un quadro lungo 8 decenni…».
“Don Luigi, l’uomo giusto al posto giusto” verrà presentato sabato 20 giugno a Crissolo alle ore 18,30, al termine della messa che don Luigi celebrerà (alle 17 nella chiesa di S. Rocco) per ringraziare il Signore dei suoi 80 anni. La presentazione si concluderà con un rinfresco offerto dal Comune di Crissolo
Nelle 254 pagine del libro, corredate da ben 195 fotografie, divisi in 21 capitoli trovano spazio i tanti “campi di lavoro” di questo ciclone chiamato don Luigi, un uomo dalla voce potente… “che fa sentire i sordi”.
Un sacerdote con uno stile unico, ribattezzato “stile don Luigi”, inventore della “liturgia dell’applauso”, un sacerdote attento a non perdere il filo magico che lega questa gente alla sua terra. Un sacerdote che, nei decenni, grazie alla sua vitalità e alla sua disponibilità, ha visto moltiplicarsi i propri impegni pastorali (dagli anni del Grest paesanese agli oltre 47 anni di Parrocchia a Crissolo, passando per gli impegni pastorali a Oncino, Ostana, Paesana S. Margherita e al Santuario di S. Chiaffredo di Crissolo, in qualità di rettore), e ha saputo tessere la sua paziente tela per essere presente ovunque, accompagnando sempre più anziani al cimitero, vedendo ridursi sempre di più le presenze umane attorno alle sue croci, battezzando sempre meno neonati, stimolando i più giovani a non mollare il rapporto tenace con le loro radici.
Un uomo che ha suggerito e realizzato, nell’intera Alta Valle Po, una serie innumerevole di opere, religiose ed umane, sociali ed istituzionali, che lo posizionano tra le persone più riconosciute ed attive dell’ultimo secolo: dall’impegno come capo stazione del Soccorso Alpino alla sensibilità che lo portò a dare il “la” al progetto “Dal Monviso al Brasile”.
Un alpinista che ha fatto amare la montagna a centinaia di persone. E, se viene affettuosamente soprannominato “Papa del Monviso”, un motivo ci sarà… Lui “don Monviso”, che per circa 120 volte ha accompagnato “lassù” amici e Vescovi, lui che lassù ha aiutato uomini in difficoltà, lui che lassù ha pregato per il futuro degli uomini di queste valli, lui che lassù ha alzato il suo sguardo al cielo per trarre incoraggiamento alla sua vita di Parroco di alta montagna.
Il “parroco con lo zaino”, i cui incontri alpini sono divenuti appuntamenti fissi, di norma affollati di valligiani, villeggianti, fedeli, coniugando religione, natura e montagna, un uomo dalla fede semplice e profonda che in questi ultimi anni ha imparato ad “abbracciare” la croce, costretto a rinunciare alle ascese e a farsi sorreggere da una stampella. Un uomo che ha fatto dell’amicizia un vero e proprio “culto”, capace di sorridere e di ammonire con la stessa intensità, di amare e di essere amato in maniera straordinaria.
Tutto questo è don Luigi, ed è proprio da un’amicizia speciale, quella con Gianni Aimar, che nasce e si sviluppa “L’uomo giusto al posto giusto”.
