CARAGLIO
Il carnevale è alle porte. Una moltitudine di paesi e città si preparano per festeggiarlo nel migliore dei modi con colorate, sia grandi che piccole, sfilate allegoriche e feste goliardiche.
Tuttavia a Caraglio, è il momento di un gesto particolare, non comune, che affonda le radici in un tempo ancestrale e che lega la tradizione con la leggenda.
È il rogo del cicio; un grande pupazzo che impersona il “Dusu”, antico signorotto locale, despota che rivendicava nei confronti delle giovani ragazze del contado caragliese, il “Jus primae noctis” ovvero il diritto di passare la prima notte delle nozze con la sposa dei suoi sottomessi. Ma una giovane sposa caragliese si ribellò a tale imposizione uccidendo, in una notte buia e tetra, il tiranno. Si chiamava Cecilia e il suo gesto provocò la scintilla della rivolta capeggiata dal suo fidanzato: Roldano.
Le colline si infiammarono e la notte si infuocò. Era il segnale atteso e anche le comunità vicine si unirono alla lotta.
Da quel gesto di rabbia e disperazione nacque la speranza di una nuova vita, come dall’inverno alla primavera.
Da quel gesto d’onore sorse una nuova libera città: Cuneo.
Quest’ anno la rievocazione di quel gesto liberatorio e propiziatorio avverrà domenica 5 febbraio, dopo la sfilata dei carri e del corteo mascherato, nella centrale piazza Cavour.