VINOVO
La serata del 25 giugno giunta alla sua seconda edizione (la prima due anni fa) vuol far conoscere il castello in notturna con una visita emozionale dedicata a quell’aspetto dei Castelli che affascinano i grandi e i piccoli, ovvero di presenze soprannaturali.
Il nostro castello non è cosi popolato di presenze ma qualche episodio in passato è stato segnalato.
Se le anime dei defunti alcune volte fanno fatica a lasciare il luogo a cui sono legate oppure dove la morte, in genere violenta e traumatica, le ha colte allora un castello cinquecentesco diviene un importante memoria (per chi ci crede). Già agli albori della sua storia alcuni fatti e armi si sono svolti nei suoi paraggi coinvolgendo la nobile famiglia Della Rovere .
Tra le sue mura venne tenuta prigioniera dai Della Rovere Francesca Orsini dei Signori di Rivalta monaca del Monastero di S. Chiara in Carignano dal qual era fuggita. Nel processo tenuto da Monsignor Girolamo Federici Nunzio alla Corte Sabauda nel 1574 ella venne riconosciuta colpevole e condannata ad essere murata viva nel castello (i documenti sono dell ‘Archivio Segreto Vaticano).
Inoltre le stanze del castello sono state permeate dalla presenza del grande cultore di quella che era la scienza del diavolo , per gli ambienti ecclesiastici dell’epoca , ovvero il Dott. Gioanetti. Su di lui tante cose si stanno scoprendo come ad esempio che la sua determinazione sulla reincarnazione che lo lega alle principali leggende vinovesi, è provata da una lettera autografa dove esso stesso ha disegnato uno strano simbolo probabilmente segno di appartenenza ad una setta segreta.
Nel disegno si vede un serpente che si mangia la coda con all interno un pentacolo e alcuni simboli tra cui quello medioevale del mercurio. Il serpente nell atto di mangiarsi la coda, in diverse culture , rappresenta la ciclicità , l’infinito , la rinascita e prende il nome di Uroboras.
Lo stesso morì proprio nel Castello il 30 novembre 1815 poco dopo la nascita della sua ultima figlia Angela Caterina nata il 29 novembre e di lui non si sa nemmeno dove sia sepolto.
Numerose leggende sono legate alla sua figura, l’Olmo di San Martino, l’urna nel letame che ci racconta la sua volontà di reincarnarsi per proseguire nei suoi esperimenti e nella produzione della sua fantastica ed inimitabile porcellana, e poi il dito mozzo la leggenda più bella e più intensa che ancora una volta è incentrata sul suo desiderio di ritornare in vita.
Il Castello racconta altre tristi storie legate a periodi tristi e bui delle guerre mondiali, malinconiche scritture ancora si leggono nelle decadenti stanze delle torri. Magari proprio una queste è stata lasciata da quel soldato che decise di porre fine alla propria vita gettandosi dalla sommità della torre Nord.
Queste sono le storie più importanti che nei secoli hanno contribuito a rendere misterioso e leggendario il Castello di Vinovo. Il 25 giugno un salto lungo la sua secolare storia attraverso questi personaggi permetterà di fare un vero e proprio viaggio nel tempo.