Con il parere positivo espresso oggi a maggioranza dalla sesta Commissione, entro la settimana la Giunta Regionale dovrebbe approvare la delibera che individua le procedure e i criteri per la concessione del Bonus Cultura previsto dalla legge 13/2020 a sostegno del comparto duramente colpito dall’emergenza Covid e per l’assegnazione delle risorse per il 2020 mediante i bandi ordinari.
Ad illustrare i criteri individuati dall’assessorato alla Commissione, presieduta in Aula consiliare da Paolo Bongioanni, è stata l’assessore Vittoria Poggio: «Il bonus una tantum a fondo perduto andrà a favore dei soggetti che non hanno accesso ai contributi ordinari previsti dal Testo Unico sulla cultura – ha spiegato – Si tratta di 700 euro per lavoratori autonomi e imprese individuali e 1000 per i soggetti costituiti in associazione o altra tipologia di ente non lucrativo di diritto privato o di società, che non hanno accesso ai contributi ordinari e hanno sede in Piemonte. Inoltre imprese e operatori con partita IVA e sede in Piemonte, che operano nell’indotto a supporto delle attività culturali e che rientrano in un elenco di codici Ateco».
Le risorse per il Bonus Cultura
Le risorse complessive sono 3 milioni di euro. Il bonus verrà erogato attraverso modalità a sportello dalla data di pubblicazione dell’avviso, prevista entro fine luglio, fino al 31 ottobre 2020.
Gli strumenti di sostegno finanziario
Gli altri strumenti di sostegno finanziario sono le partecipazioni della Regione in enti culturali definite da specifiche convenzioni e i bandi, studiati però in un’ottica di semplificazione significativa della fase di valutazione delle domande e di definizione degli importi, il cui limite massimo richiedibile non potrà essere superiore a 120 mila euro. Per quanto riguarda le tempistiche, si è parlato di fine luglio per la pubblicazione dei bandi dedicati ai soggetti che nel biennio 2018/2019 hanno avuto un rapporto di convenzione con la Regione. A settembre usciranno i bandi ordinari.
Per il futuro la Giunta è orientata a limitare in modo significativo i rapporti in convenzione con soggetti culturali di diritto privato che non vedono la partecipazione diretta o il controllo da parte della Regione.