«Mi pare utile sollecitare al presidente Robaldo di valutare l’opportunità di convocare con urgenza una nuova seduta della cabina di regia già riunita dal suo predecessore nel marzo 2022, per definire con il contributo degli enti locali interessati, le esigenze da cui dipendono la qualità di vita della comunità provinciale e lo sviluppo della nostra economia». Così il sindaco di Saluzzo Mauro Calderoni ha spiegato la decisione di scrivere al presidente della Provincia di Cuneo Luca Robaldo in merito alla chiusura della linea ferroviaria che interessa Saluzzo.
«Dal 2012 abbiamo assistito alla progressiva chiusura di linee ferroviarie giudicate improduttive ed oggi in Piemonte ci sono quasi 500 chilometri di tratte inutilizzate, pari a circa il 25 per cento dell’intera rete regionale – ricorda Calderoni – Una scelta incoerente dal punto di vista dell’eco-sostenibilità e della sicurezza stradale ed ancora più in relazione ai recenti problemi che hanno colpito le nostre infrastrutture stradali (crollo del viadotto “Madonna del Monte” sull’A6 Torino-Savona del 2019 e della strada del Colle di Tenda del 2020) e dei noti ritardi (Asti-Cuneo, variante di Demonte, Colle della Maddalena e Colle di Tenda)».
Secondo il sindaco di Saluzzo «è pertanto ancora più necessario fare ogni sforzo per sfruttare al meglio il patrimonio di linee ferroviarie che abbiamo in Piemonte, immaginare nuovi scali merci e collegamenti ferroviari con terminal e porti per accrescere la capacità, le prestazioni, la regolarità dell’esercizio agevolando così la competitività e lo sviluppo della aziende del nostro territorio. Un impegno, quello di creare nuovi collegamenti e facilitare il trasporto merci, che la politica deve alle comunità locali ed anche alle tante aziende che rappresentano il tessuto economico e sono motore di sviluppo del territorio. L’export “made in Cuneo” infatti nel terzo trimestre 2022 ha raggiunto il ragguardevole valore di 7 miliardi di euro. Dati che portano a pensare che a fine anno sia stato superato il record del 2021 quando, per la prima volta, venne abbattuto il muro dei 9 miliardi di euro di beni e servizi esportati».
«Il Quadrante Sud-Ovest rappresenta circa un quarto del Pil piemontese – conclude Calderoni – ed il sistema produttivo è tra i più solidi della regione, ma un ulteriore sviluppo dell’export è certamente limitato dalla mancanza di infrastrutture adeguate e sistemi integrati. Il territorio della Granda lamenta infatti uno sviluppo infrastrutturale sotto la media che limita il potenziale di crescita dell’area ed una bassa accessibilità alle dorsali logistiche».