Ape sociale: il sistema per avere la pensione a 63 anni (sia pure non intera, e sotto forma di prestito da non restituire) prima di raggiungere il diritto alla pensione vera e propria come minimo a 66 anni + 7 mesi. Questo prestito pensionistico è però riservato a determinate categorie di lavoratori. È necessario che gli interessati, tra gli altri vari requisiti, abbiano anche pagato all’Inps almeno 30 anni di contributi, ovvero almeno 36. Vediamo i due gruppi più da vicino. A) 30 anni. Si tratta di: 1) disoccupati involontari che hanno terminato i sussidi Inps da almeno 3 mesi; 2) persone con una riduzione della capacità lavorativa (invalidità civile) di almeno il 74%; 3) assistenti da almeno 6 mesi familiari disabili gravi e conviventi: si tratta solo di coniuge, persona unita civilmente, genitori, figli. B) 36 anni. Si tratta di persone che da almeno 6 anni svolgono i cosiddetti lavori usuranti (lavori notturni, catena di montaggio, guida di veicoli con almeno 9 posti, ecc.) e lavori gravosi quali ad esempio: edilizia, trasporto camion, personale viaggiante, facchini, lavoro infermieristico/ostetrico ospedaliero a turni, ecc. Sono nati alcuni dubbi su tre situazioni che riguardano: persone disoccupate, familiari che assistono i parenti, misura della futura pensione. Vediamo di chiarire la questione, cominciando dalle persone senza lavoro. Si parla di persone licenziate dal datore di lavoro (compresi i dimessi per giusta causa) e che hanno risolto un rapporto di lavoro a tempo indeterminato. E se invece si tratta di un contratto a termine? Beh, in questo caso niente Ape, se la disoccupazione deriva dalla scadenza del periodo contrattuale. Se però il contratto viene risolto dall’azienda prima che scada il termine previsto, allora ok per l’Ape. Circa l’assistenza al familiare disabile grave la legge chiede che tra l’assistito e l’assistente ci sia la convivenza. Su questo delicatissimo aspetto l’Inps chiarisce che per attestare realmente l’assistenza è necessario che tra i due esista la residenza nel medesimo stabile e con lo stesso numero civico, ma non necessariamente nello stesso interno (appartamento). In ogni caso non è richiesto che la persona che chiede l’Ape abbia avuto sulla base della legge 104/92 i tre giorni di permesso al mese o il congedo straordinario per l’assistenza al disabile. Non impedisce il riconoscimento del prestito pensionistico il fatto che un altro soggetto possa avere i permessi o il congedo. Ultimo chiarimento: l’Ape sociale non è concessa se la futura pensione supera 1.500 euro lordi al mese. Ebbene, nulla vieta che la persona che avrà la pensione nella misura, supponiamo, di 1.900 euro, possa aggirare l’ostacolo chiedendo: a) Ape sociale fino a 1.500 euro; b) Ape volontaria a pagamento per gli altri 400 euro.
Fonte: La Stampa del 16/10/2017 – previdenza di Bruno Benelli
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