Dal 1° novembre inizia il periodo in cui su tutto il territorio regionale è vietato bruciare materiale vegetale. La disposizione resterà in vigore fino al 31 marzo 2021.
Grazie ad una legge approvata lo scorso anno, i sindaci possono però decidere delle deroghe limitatamente alla combustione dei residui colturali, che, per le aree di pianura vanno fino ad un massimo di 15 giorni, anche non continuativi.
I Comuni hanno inoltre la possibilità di sospendere, differire o vietare l’abbruciamento delle sterpaglie in tutti i casi in cui sussistano condizioni meteorologiche, climatiche o ambientali sfavorevoli, con particolare riferimento al rispetto dei livelli annuali delle polveri sottili.
«L’introduzione della deroga – sottolinea il vicepresidente e assessore regionale alle Foreste, Fabio Carosso – è nata soprattutto dall’esigenza di sostenere l’economia agricola nelle zone montane e collinari, favorendo la corretta gestione dei terreni, nell’ottica anche di una prevenzione dei rischi idrogeologici e di un mantenimento delle coltivazioni agrarie tradizionali con valenza economica, sociale e paesaggistica. In particolare, ciò che si vuole evitare è che si vengano a creare situazioni di pericolo idrogeologico a causa di accumuli incontrollati di residui vegetali in zone destinate al deflusso dell’acqua».