SALUZZO
Per “Aprile. Un mese di Resistenza”, mercoledì 26 aprile alle ore 21, nel Salone dell’Antico Palazzo Comunale, Monica Ellena (giornalista) e Agopik Manoukian (sociologo, presidente onorario dell’Unione Armeni d’Italia) terranno una conferenza dal titolo: “Il popolo armeno: la tragedia di ieri, la memoria di oggi”
Nella notte tra 23 e il 24 aprile 1915 centinaia di intellettuali armeni in Costantinopoli vennero arrestati e deportati dando inizio a quello che gli armeni chiamano Medz Yeghern”, “il grande crimine” ovvero lo stermino della popolazione cristiana armena in Turchia. Per Raphael Lemkin, lo storico americano che ha coniato il termine genocidio, si è trattato del primo episodio in cui uno stato ha pianificato ed eseguito lo sterminio di un intero popolo. La maggior parte degli storici concorda che l’impero Ottomano progettò la deportazione di massa della vasta minoranza armeni – le marce attraverso il deserto, verso la Siria, coinvolsero oltre un milione di persone, a migliaia morirono per sfinimento, fame, sete, malattie e violenze. Gli uomini in età da servizio militare furono concentrati nei battaglioni di lavoro dell’esercito turco, per poi essere uccisi.
Gli storici concordano che circa un milione e mezzo di persone morirono, mentre per la Turchia il bilancio fu tra le 300mila e le 500mila vittime. La Turchia non ha mai accettato la definizione di genocidio – pur riconoscendo che i massacri avvennero, la versione ufficiale è che la repressione fu una conseguenza della collaborazione degli armeni con a Russia zarista durante le prima guerra mondiale. Ad oggi ventidue paesi riconoscono ufficialmente il genocidio armeno. Tra questi l’Italia che vanta un rapporto secolare con la comunità armena – l’isola di San Lazzaro degli armeni di Venezia ospita dal XVIII secolo il monastero dei padri armeni mechitaristi, che nei secoli è stato protetto da Napoleone e ammirato da George Byron.