L’ondata di calore e la mancanza di pioggia sul Piemonte preoccupano seriamente gli imprenditori agricoli. In alcune zone della regione i vigili del fuoco e protezione civile stanno addirittura rifornendo d’acqua alcuni alpeggi con l’ausilio di autobotti.
Nel mirino del caldo e della siccità ci sono migliaia di ettari di terreno. A rischio le coltivazioni di mais e soia, tra le maggiori fonti di reddito per molti coltivatori piemontesi.
A causa del gran caldo, nonostante gli impianti di ventilazione nelle stalle, la produzione di latte è calata di 5 o 6 litri al giorno.
Le alte temperature di questi giorni rischiano di anticipare di molto l’invaiatura, ovvero la maturazione dei vigneti, e se l’invaiatura parte prima, anche i tempi della raccolta rischiano di essere molto anticipati. Enologi ed esperti sono ancora prudenti nel dare un giudizio definitivo e molto dipenderà dal clima delle prossime settimane, soprattutto per quanto riguarda le temperature. Con la speranza che il caldo umido non sia veicolo di nuove malattie per i vitigni.
Chi sembra non stia risentendo al momento della siccità sono le risaie, ma se persiste questa situazione, anche queste coltivazioni potrebbero soffrirne.
Il clima che si è tropicalizzato e la siccità sono ormai una situazione strutturale che va fronteggiata. L’unica reale soluzione è quella di costruire riserve, bacini o laghi artificiali in modo da stoccare l’acqua nei periodi di abbondanza per poi rilasciarla durante i mesi di maggior siccità.