Prevista l’apertura di parte del nuovo ospedale di Verduno

L’apertura annunciata dal presidente della Regione Cirio di parte del nuovo ospedale di Verduno sarà per affrontare l’emergenza coronavirus. Il commento del consigliere regionale Marello

 

Plastico dell'ospedale di Verduno (immagine di repertorio)

Oggi, lunedì 16 marzo, il Presidente Alberto Cirio e l’Assessore alla sanità della Regione Piemonte Luigi Genesio Icardi hanno annunciato l’apertura di una parte del nuovo ospedale di Verduno. Sarà dedicato ai pazienti affetti da coronavirus, appena ottenute le ultime certificazioni mancanti.

«Se tale mossa sarà confermata dai fatti e soprattutto se sarà effettuata in tempi brevi, sarà fondamentale per salvare tante vite umane». E’ quanto ha affermato il consigliere Regionale del Piemonte Maurizio Marello in una nota stampa.

«E’ di tutta evidenza che il numero dei contagi continuerà ad aumentare ancora per qualche giorno. Nella nostra Regione è elevato il numero di anziani. La percentuale delle terapie intensive è quindi decisamente alta (circa 180 persone su un migliaio di contagiati). Dedicare qualche padiglione di una struttura molto grande come quella di Verduno equivarrebbe grossomodo a costruire un nuovo ospedale per il coronavirus. Come è stato fatto in Cina.

Questo è il tempo dell’emergenza sanitaria, nel quale è prioritario limitare i contagi e salvare vite umane. Lo si fa attraverso comportamenti individuali (restare a casa, lavarsi sovente le mani, non toccare naso, bocca e occhi, indossare le mascherine etc..). E mediante la messa a disposizione di nuovi posti letto di terapia intensiva. Lo si fa anche ponendo medici e infermieri nella condizione di poter lavorare in sicurezza dotandoli di idonei dispositivi. A partire dalle mascherine professionali, la cui mancanza rappresenta una delle maggiori criticità di questi giorni.

L’ospedale di Verduno può essere il vero punto di svolta nella gestione di questa epidemia. E forse l’apertura in questo momento rappresenterà anche il modo per “riconciliare” noi, cittadini del territorio di Alba-Bra-Langhe e Roero, con una struttura che, considerati le peripezie e i ritardi nella costruzione, non abbiamo mai sentito nostra fino in fondo».

redazione

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