Nuovi Mondi Festival 2024 apre con le storie ribelli di Federico Buffa

Al via martedì 25 giugno il Nuovi Mondi Festival 2024 con primo ospite Federico Buffa che in un’intervista teatrale condotta da Marco Caronna, racconta storie di sport, disseminate nel passato e ispirazioni per presente e futuro. Il festival si terrà a Rittana (CN) al Centro delle comunità ogni sera alle 21.

Il festival racconta il Distretto Montagna Futura della bassa Valle Stura. Il programma è sul sito www.nuovimondifestival.it.

Per i soci CAI il Nuovi Mondi ha previsto un biglietto a prezzo ridotto per gli ospiti alpinistici: da 7 euro a 2,50 per gli affiliati CAI.

Martedì 25 giugno ore 21. Federico Buffa: ribelli, storie di sfide

Federico Buffa racconta i “Ribelli”: sono quelli che hanno corso controvento, che hanno accolto sfide che andavano ben oltre i recinti di un campo, di un cronometro o di un canestro. Sono i diseguali, gli inadeguati al quieto vivere, gli incespicanti, quelli che, pur seguendo le regole del gioco, hanno usato il gioco per scrivere nuove regole. Sono figure di atleti, “Loco” Housemann, Colin Koepernick, ma anche figure di uomini che, attraverso lo sport, hanno raccontato la loro ribellione: Nelson Mandela, Gigi Riva…

Un racconto attraversato dalla musica, da canzoni o temi che amplificano le parole dette e portano il linguaggio verso altri territori. “Ribelli” diviene così una sorta di teatro-canzone che porta sul palco facce, imprese, cadute, rinascite… Il tutto tenendo sempre fissa la guida di coloro che seguono la musica, armonia tra parola e suono. E sempre con l’idea che tutto quello che si fa, si racconta, si vive, potrebbe essere per l’ultima volta… Buffa risponde a domande, a immagini, a suggestioni di musica, il dialogo diventa monologo, canzone, fotografia di un tempo. E lo sport dimostra ancora una volta che si può narrare, si può cantare, che arriva spesso dove le storie delle partite, delle imprese, incrociano le storie degli esseri umani.

Per i biglietti: http://www.nuovimondifestival.it/schedule/federico-buffa-ribelli-storie-sfide/

Mercoledì 26 giugno ore 21. KRZYSZTOF WIELICKI: quando scalare era esplorare

Wielicki

È stato il quinto alpinista al mondo a completare la salita dei 14 “ottomila” e l’esponente di punta di una generazione di alpinisti polacchi che negli anni ’80 affrontarono per primi i giganti del pianeta nella stagione invernale. Ma l’alpinismo a quel tempo, specialmente in Polonia, non dava da mangiare. E i lavori con la fune, nella Polonia degli anni 80, non erano poi tanto richiesti. «Noi eravamo bravi a inventarci i compiti. Con un manico, un rullo e un secchio vanno a dipingere i muri di alti palazzi, torri di raffreddamento o ciminiere prestando la propria manodopera super specializzata. Con queste attività riuscivamo a mantenere le nostre famiglie, nonostante per legge solo una piccola parte dei proventi derivanti dai nostri lavori in quota potesse essere destinata a noi e al mantenimento delle famiglie».

Il primo teatro della sfida ai giganti della terra fu proprio l’Everest, salito da Wielicki con Leszek Cichy il 17 febbraio del 1980. Poi con Jerzy Kukuczka venne il Kangchenjunga nel 1986 e il Lhotse nel dicembre del 1988, in solitaria dal campo 3. Da capo spedizione, fino al 2018 non è stato da meno, guidando altre generazioni di alpinisti sul Broad Peak in inverno nel 2013 e tentando il K2 nel 2018.

Dimentichiamo per un momento i campi base riforniti dagli elicotteri, le squadre di sherpa che preparano i tracciati, riforniscono i campi lungo la via di salita, i cellulari, i telefoni satellitari, e meteorologi che ti calcolano la finestra di tempo buono utile a raggiungere la cima e soprattutto a scendere. La generazione di Wielicki, la stessa di Kukuczka, Majer, Zawada, Hazier, Piotrowsky, Wanda Rutkiewicz, (che è anche quella di Messner, Bonington, Scott), ha potuto vivere sugli ottomila un alpinismo autenticamente esplorativo, andando alla ricerca delle linee migliori su pareti difficilissime e sfidando il gelo e le tormente della stagione invernale. E lo ha fatto per molti anni con materiali auto costruiti, equipaggiamenti del tutto inadeguati e spesso riciclati, come occhiali da saldatore per proteggere gli occhi dal riverbero della neve e dei ghiacci. Del resto di più non concedeva l’autarchia dei paesi del cosiddetto socialismo reale.

“Volevamo scrivere anche i nostri nomi nella storia del grande alpinismo, ma per farlo dovevamo fare qualcosa mai fatto prima, e così ci inventammo l’alpinismo invernale in Himalaya”.

Per i biglietti: https://www.ticket.it/teatro/evento/krzysztof-wielicki—quando-scalare-era-esplorare

Giovedì 27 giugno ore 21. SILVIA VIDAL: sincronia magica

Vidal

Dal 07/02 al 10/03/2020  dopo aver trascorso 33 giorni da sola in parete, Silvia Vidal ha completato una nuova big wall sulla parete ovest del Cerro Chileno Grande in Patagonia, Cile. Una delle più difficili al mondo.

Sincronia Magica (A3+/6a+, 1200m circa) è la prima via sulla parete ovest della montagna. Da sola, totalmente isolata e senza alcuna comunicazioni; niente radio, niente telefono, niente GPS, nessun tipo di dispositivo di comunicazione per un mese e mezzo, nella valle del Chileno. Dopo aver fissato i primi 180 metri, ho trascorso 33 giorni in parete dal 7 febbraio fino al 10 marzo aprendo una via che ho chiamato “Sincronia Màgica”. I dettagli sono i seguenti: 1180 metri di dislivello, A3+/6a+, seguito da 30 minuti per raggiungere l’ago più occidentale, che si è rivelato non essere la cima principale.

La parete ovest è enorme e verticale. Ci sono circa 330 metri di terreno verticale, con molta vegetazione che mi ha impedito di godermi l’arrampicata, soprattutto perché non sapevo nemmeno come superare questo tratto. L’ho gradato MT (Bush “Matojo” Traction) perché per scalare le fessure verticali ricoperte di vegetazione ho usato ramponi e una piccozza da ghiaccio! Le protezioni erano molto scarse e distanti.

Il resto della via (i restanti 850 metri) ha offerto arrampicata in placca e in fessura. Mentre le fessure offwidth e i camini erano generalmente puliti, le placche tendevano a essere ricoperte di muschio che si rivelava scivoloso se bagnato. La parete ovest del Cerro Chileno Grande è una parete complessa e la progressione si è rivelata difficile, non solo per via delle difficoltà tecniche della salita, ma anche per il numero di manovre di corda necessarie per spostarsi su questo terreno variegato; tetti, traversate e pendoli… tutto per per collegarmi alle fessure e alle placche.

Per i biglietti:  http://www.nuovimondifestival.it/schedule/silvia-vidal-sincronia-magica/

Venerdì 28 giugno ore 18.30. CECILIA SALA: l’incendio – Reportage su una generazione tra Iran, Ucraina e Afghanistan

Cecilia Sala

Kateryna ha 28 anni, ha fatto la modella, ha amici sparsi per l’Europa e all’inizio del 2022 spera che in Ucraina scoppi la guerra: «Non sono così vile da augurarmi di vivere sotto il ricatto di Vladimir Putin per anni, contando sul fatto che il compito di affrontarlo spetti poi a un’altra generazione invece che alla mia». Oggi Kateryna è un soldato. Assim ha 23 anni, studia Ingegneria aerospaziale all’università di Teheran e dal giorno in cui Mahsa Amini è morta, il 16 settembre 2022, con il suo gruppo ha cominciato a scrivere il nome di Mahsa nei bagni delle università e nei vagoni dei treni: «Non sapevamo a cosa stessimo dando inizio».

Nabila è una campionessa di kick boxing, è lesbica ed è una conservatrice fedele alla Repubblica islamica. Ma come molte donne religiose considera il caso di una ragazza fermata in una stazione della metro per un velo malmesso e riconsegnata cadavere pochi giorni dopo alla famiglia

Cecilia Sala è nata nel 1995 a Roma, ha lavorato sia in redazioni che come giornalista freelance, occupandosi soprattutto di esteri. Dal 2014 al 2018 frequenta economia internazionale all’Università Bocconi di Milano, da cui interrompe gli studi a sei esami dal conseguimento della laurea triennale. Nel 2015 ha iniziato a collaborare come inviata e reporter con Vice. Successivamente inizia a lavorare con Michele Santoro a Servizio pubblico su LA7, dove diventa giornalista professionista. Nel corso degli anni ha collaborato con Vanity Fair, L’Espresso, la Rai e Will Media, e ha lavorato nella redazione di Otto e mezzo su LA7. Dal novembre 2019 entra a far parte della redazione de Il Foglio. Nel 2020 esce per Huffington Post Polvere, podcast sull’omicidio di Marta Russo in collaborazione con Chiara Lalli.

Nel maggio del 2021 la serie audio diventa anche un libro, Polvere. Il caso Marta Russo, edito da Arnoldo Mondadori Editore Strade Blu. Dal 10 gennaio 2022 diventa autrice e voce di un nuovo podcast, Stories, di Chora Media, che racconta ogni giorno storie dal mondo.

Per i biglietti:  http://www.nuovimondifestival.it/schedule/cecilia-lincendio/

Venerdì 28 giugno ore 21. NASIM ESHQI: ero roccia, ora sono montagna – La mia battaglia per la libertà delle donne in Iran e nel mondo

Nasim

Nata a Teheran il 21 marzo 1982, primo giorno di primavera, Nasim è cresciuta sotto l’oppressione del governo iraniano nello stesso modo in cui un fiore sboccia nel deserto. D’altra parte il suo nome significa «brezza», e della brezza lei condivide lo spirito indomito e libero. Ero roccia, ora sono montagna è il racconto della sua vita. Da bambina ribelle con la passione per le arti marziali e il desiderio di diventare un ragazzo, a giovane donna innamorata della natura e alla costante ricerca della propria identità.

Nasim ricorda gli anni dell’infanzia, le prime arrampicate, i divieti e le ritorsioni subite da parte della polizia morale. Ma soprattutto ripercorre le molte nuove vie che ha aperto sulle montagne di Iran, Armenia, Georgia, India ed Europa. Dopo le rivolte del 2022 e la stretta del regime, ha deciso di esporsi in prima persona dando voce, attraverso i suoi social network, a tutte le donne vittime di soprusi.

Per farlo ha dovuto sacrificare tutto ciò che aveva costruito nella sua terra. Ma la forza di credere in sé stessa e nelle proprie possibilità non l’ha mai abbandonata. Denunciando gli orrori e le violenze della repubblica islamica, Nasim ha fatto della propria storia un modello di libertà in Iran e nel mondo.

Per i biglietti: http://www.nuovimondifestival.it/schedule/nasim-eshqi-ero-roccia-ora-montagna/

Sabato 29 giugno ore 21. CATERINA BORGATO: donne di terre estreme

Caterina Borgato

“Donne di terre estreme” è un percorso umano di ricerca personale dell’artista Caterina Borgato dedicato alla realtà del mondo femminile che ha incontrato in regioni della Terra considerate geograficamente estreme.

Donne e luoghi ai margini.

Nella depressione desertica della Dancalia etiopica, nell’inaccessibile e occupata isola di Socotra (Yemen), sui remoti altipiani della Mongolia occidentale, ai confini con la Siberia. Riflessioni sulla condizione femminile, sugli squilibri e sulle disgregazioni che anche nella società del benessere diffuso, non solo in quelle estreme, rendono ancora difficile, a volte impossibile, l’affermazione sociale delle donne.

Un evento in collaborazione con MONTURA.

Ingresso libero fino ad esaurimento posti

Venerdì 5 luglio alle 18. EMILIANO TOSO: concerto 432 Hz

Emiliano Toso

In ogni incontro, dal vivo oppure online, si fa esperienza di qualcosa che va oltre ciò che vediamo coi nostri occhi o che sentiamo con le nostre orecchie. E’ un incontro di Cuori che vibrano alla stessa frequenza, di cellule che risuonano all’unisono, di Anime che si riconoscono. Come una sinfonia è il risultato della partecipazione di ogni strumento con le proprie peculiarità, così la magia eccezionale che si crea ad ogni evento è data dalla profonda Unione dei presenti. Grazie alla vostra presenza attorno, sotto al pianoforte, oppure online, risuoniamo insieme per riscoprire la trama dalla quale tutto ha origine.

L’evento di Emiliano TOSO si svolge in regione Broglio a Roccasparevera, subito dopo l’arco di Porta Bolleris. Potrete lasciare la macchina dal cimitero o dal parco sportivo e seguire le indicazioni per raggiungere il luogo con una piccolissima passeggiata. Il concerto di Emiliano Toso è una esperienza che vivrete immersi nella natura e su un prato e non sono previsti posti a sedere su sedie (se non per richieste particolari). L’invito è di portare una coperta o un cuscino.

Ingresso libero.

redazione

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