Commemorazione dell’eccidio del Pilone Virle a Carignano


Sono trascorsi 80 anni dall’eccidio del 7 settembre 1944, quando furono impiccati otto partigiani a Carignano in località Pilone Virle. I fatti partono da un attentato al ristorante della stazione, compiuto il 4 settembre da alcuni partigiani, in cui morì un soldato tedesco e un altro fu ferito. Per rappresaglia la X MAS, corpo militare italiano che dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 si schierò con i nazisti e i repubblichini di Salò, catturò dieci ostaggi tra i civili saccheggiando case e seminando terrore. Un anziano contadino, Giovanni Lorenzo Peyretti, venne ucciso.

Dopo incessanti trattative e il pagamento di un riscatto, i dieci prigionieri furono rilasciati, ma ciò non fu sufficiente per i nazisti. Per ulteriore vendetta, portarono via dalle Carceri Le Nuove di Torino otto giovani partigiani e li impiccarono il 7 settembre 1944 nella località Pilone Virle, dove era stato compiuto l’attentato al ristorante. Per ordine dei nazisti i corpi di questi martiri rimasero esposti fino alle 8 di sera, come monito per la popolazione.

Gli otto partigiani

Gli otto partigiani erano Giorgio Brugo di anni 20, Leonardo Cocito di anni 30, Antonio Cossu di anni 23, Liberale Dezardo di anni 51, Marco Lamberti di anni 29, Piero Mancuso di anni 24, Giorgio Porello di anni 24, Guido Portigliatti di anni 19.

Questa terribile vicenda è ancora ben viva nella memoria dei Carignanesi, oltre ad essere perfettamente documentata in una relazione del dottor Pier Luigi Vigada, ufficiale sanitario che assistette all’esecuzione insieme al Commissario prefettizio.

La commemorazione dell’eccidio

L’eccidio è stato ricordato quest’anno venerdì 6 settembre con una commemorazione organizzata dall’ANPI di Carignano con il patrocinio del Comune. Hanno partecipato molti Carignanesi, associazioni, alcuni parenti di Leonardo Cocito e Liberale Dezardo. Presente anche l’associazione “Nessun Uomo È Un’Isola”, organizzazione legata al Museo del Carcere “Le Nuove” di Torino, che lascia sempre ai piedi della lapide un mazzo di fiori.

Nel pomeriggio è stato presentato il libro di Bruna Bertolo, dedicato in modo particolare alle tre Madri Costituenti piemontesi: Rita Montagnana, Teresa Noce e Angiola Minella. L’autrice, presente all’incontro, ha valorizzato l’impegno che le 21 donne elette nell’Assemblea Costituente offrirono alla realizzazione della Costituzione italiana.

Una corona d’alloro a Pilone Virle a memoria dell’eccidio

Alle 9 di sera i partecipanti alla manifestazione hanno raggiunto il Pilone Virle in corteo, accompagnati dalla Banda “Giuseppe Verdi” di Vinovo. La deposizione della corona d’alloro quest’anno è passata di mano in mano prima di essere posta sotto la lapide: è passata dalle mani di una signora di 80 anni e, di generazione in generazione, è stata consegnata ad alcuni bambini di 10 anni. Questa rappresentazione voleva evidenziare l’importanza del passaggio di testimone, del ricordo.

Dopo la deposizione della corona, la presidente dell’ANPI Tonina Dell’Amico, nel ricordare i nomi, l’età e la provenienza degli otto Martiri, ha voluto dare rilievo al valore della memoria collettiva e condivisa, che è molto diversa dal ricordo individuale, e crea punti di riferimento indiscutibili per un’intera società. Sono stati lette le testimonianze di due Carignanesi, Anna Maria Tabusso e Pietro Allocco, che da bambini hanno visto gli otto partigiani su un camion prima dell’impiccagione, comprendendo la tragedia che stava per compiersi, nonostante la loro giovane età.

Un’immagine indelebile che colpisce ancora adesso a decenni di distanza.

Il sindaco: difendere i fondamenti della democrazia

Il sindaco Giorgio Albertino ha poi rimarcato l’importanza della cooperazione per difendere i fondamenti della democrazia, della libertà e della pace, ideali per cui continuano purtroppo a morire molte persone. È anche intervenuto il presidente dell’ANPI provinciale Nino Boeti che ha ricordato le vicende del Pilone Virle aggiungendo che un partigiano “prende sempre parte”, cioè, sa schierarsi anche oggi in difesa della democrazia cercando di lottare contro le ineguaglianze e le ingiustizie.

Nel suo intervento Francesca Dejoma, una giovane iscritta all’ANPI di Carignano e consigliera comunale, ha poi proposto una sua riflessione sul tema della “distanza”, non quella di sicurezza, ma una distanza che non ci fa comprendere pienamente le varie situazioni e rischia di farci sconfinare in una colpevole indifferenza verso grandi problemi che invece riguardano noi tutti.

Con la canzone “Bella Ciao”, cantata da tutti con la Corale di Carignano e la banda, si è conclusa un’intensa giornata dedicata al ricordo che vuole iscriversi infatti in un percorso di memoria condivisa che consenta anche di comprendere il presente per meglio affrontare il futuro.

redazione

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