Il titolo della nuova collezione dell’artista Andrés Avré è “Square, perseveranza della forma, libertà del segno”. Propone al pubblico per la prima volta un’installazione al castello che fu dei conti Asinari di Piossasco a Virle. L’installazione è curata da Alessandro Allocco e l’inaugurazione è prevista per sabato 7 ottobre alle ore 11.30 nel salone aulico del castello.
L’evento è patrocinato dall’Istituto San Vincenzo de Paoli, proprietario del bene architettonico, dalla Citt metropolitana di Torino e dai Comuni di Virle e di Monforte d’Alba, quest’ultimo luogo di residenza dell’artista.
L’artista Andrés Avré mette a confronto la sua produzione artistica con il luogo storico scelto per la presentazione delle sue opere. Il castello è risalente alla prima metà del XVIII secolo, e nel salone regna l’illusionistica dilatazione spaziale realizzata dal pittore Giuseppe Dallamano intorno al 1724.
Il quadrato è l’elemento ricorrente che caratterizza tutta l’opera di Andrés Avré: la forma è la cornice di paesaggi dell’anima, in cui il segno diventa cifra espressiva ed elemento imprescindibile nella costruzione di un equilibrio, mentre luci mutevoli e ombre inaspettate alludono a skyline e paesaggi cari all’artista. L’installazione presenterà una selezione di opere su carta e su tela di diverse dimensioni, realizzate con colori acrilici, pigmenti e sabbie.
Andrés Avré, nato a Torino nel 1966. Dopo esperienze nel mondo del fumetto e dell’illustrazione, si è trasferito a Monforte d’Alba, dove ha creato uno spazio espositivo personale: la Temporary Forge.
Il suo abitare stili e forme storicizzate come l’espressionismo astratto, l’informale materico e segnico, non gli impediscono di ricodificarli e fonderli completamente. La stratificazione del colore, i graffiti, i segni e i toni che si accumulano e si dissolvono sono la trasposizione simbolica del suo indagare la mutevolezza dell’identità.
«Il suo mezzo espressivo, – scrive Alessandro Allocco nella sua nota curatoriale – è la forma, intesa come essenza stessa dell’opera. La sua percezione artistica è connaturata al suo vissuto, con un registro che emerge attraverso un processo di sovrapposizione, cambiamento e trasformazione. Immagini e toni affiorano e scompaiono, rivelando l’archeologia del passato. La sua spazialità geometrica produce opere divise in superfici ma interconnesse fra loro che raccontano il conflitto tra complessità cromatica e logica seriale. La poetica di Andrés Avré produce dipinti compatti, spesso definiti da bordi, apparentemente bidimensionali, eppure vitali e palpitanti. Questa contaminazione fra presente e passato, in continua evoluzione, rappresenta il linguaggio di Andrés Avré che fa di lui un artista italiano innovativo ed unico nel suo genere».