Progetto di recupero per la Chiesa della Cnfraternita dello Spirito Santo di Polonghera

La chiesa della Confraternita dello Spirito Santo è stata acquisita, a titolo gratuito e con delibera di consiglio, dall’Amministrazione comunale di Polonghera.

L’edificio religioso, chiuso al culto dal 2005, che era di proprietà della Curia metropolitana di Torino, si trova tra l’omonima via e piazza Vittorio Veneto sulla quale si affaccia anche, sul lato opposto della chiesa, il palazzo municipale. Con l’acquisizione, l’edificio della Confraternita sarà quindi oggetto di un progetto di recupero.

La Confraternita dello Spirito Santo

La Confraternita dello Spirito Santo, sotto il profilo storico, risulta essere presente in paese, in base a quanto scritto dal polongherese don Giuseppe Tuninetti, storico della chiesa contemporanea, fin dalla fine del Cinquecento. Con quaranta membri, era stata infatti costituita, il 1° giugno 1578, la Confraternita detta dei Disciplinanti dello Spirito Santo. I membri della Confraternita, contraddistinti dall’uso di cappe bianche, si riunivano nella chiesa per la preghiera dei giorni festivi all’interno della chiesa già esistente prima di quella attuale che risale invece al 1800-1801. Alla metà del Seicento, i Disciplinanti, noti anche come Battuti, avevano ormai raggiunto gli ottanta membri con priore il nobile Giovanni Vito Carrera. I Battuti continuavano a riunirsi nella loro chiesa dalla quale, però, in occasione delle festività raggiungevano quella parrocchiale andando ad occupare, per le preghiere alla Vergine, il coro.

La chiesa attuale, risale appunto al 1800-1801 e si caratterizza per essere sormontata da un originale campanile triangolare e per la lineare facciata neoclassica.

«La chiesa – spiega in merito alla componente strutturale l’architetto Roberto Gili – non ha mai subito interventi volti a modificarne la morfologia, pertanto si è conservata, nel suo impianto originale, fino ai giorni nostri».

L’edificio sotto il profilo strutturale

«Si tratta di una costruzione in muratura portante in laterizio con orditura del tetto in legno alla piemontese e manto di copertura in coppi. La facciata ha un unico ordine, mentre il portone ligneo è sormontato da un timpano con profilo a tutto sesto e cornice. Al livello superiore, in asse rispetto all’ingresso, si apre invece una finestra che illumina l’aula centrale. Ai lati della facciata principale sono poste due lesene che sorreggono un ampio cornicione sormontato da un timpano triangolare che conclude il prospetto con un profilo a capanna. I due fianchi, anch’essi intonacati, sono scanditi da lesene senza capitelli che suddividono il prospetto in tre specchiature, ognuna delle quali ospita una finestra. Il campanile triangolare in mattoni, si eleva di poco rispetto al colmo del tetto a capanna, ed è dislocato nella parte meridionale dell’edificio in prossimità della facciata principale. All’interno, l’ambiente è articolato in spazi ben suddivisi: l’aula liturgica, a navata unica, il presbiterio ed il coro. L’aula liturgica ha una pianta rettangolare ed è coperta con una volta a botte. La pavimentazione della chiesa è costituita da mattoni pieni che sono quelli originari dell’anno della costruzione».

p.g.

redazione

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