L’idea di progettare e realizzare, con la partecipazione degli alunni, uno spazio che permetta di effettuare lezioni all’aperto è nata dal vicesindaco Paolo Cravero.
Un’aula pensata come mobile, da inserire per un periodo in un bosco, poi magari spostarla in riva ad un ruscello, in un parco o un campo da calcio. L’iniziativa è stata inserita nel programma annuale della scuola elementare.
Il vicesindaco e architetto in questi mesi si è preso l’impegno di raccogliere dai bambini idee e suggerimenti per poi provare a tradurle in un progetto concreto.
Spiega: «In quattro appuntamenti nella palestra delle scuole, i ragazzi hanno dato ampio sfogo alla propria creatività. Immaginando come possa essere realizzato questo locale open air. Io ho cercato di fare una sintesi delle loro idee, traducendo le migliori in un progetto da sottoporre ai nostri partner per la realizzazione. Un contributo ci è già stato concesso dai Lions Scarnafigi Piana del Varaita, per gli altri siamo alla ricerca».
Cravero ha abbozzato un progetto a mano e dopo al computer, proponendo un rendering che, nel mantenere le condizioni di staticità e sicurezza, rispondesse alle indicazioni dei ragazzi. L’altro giorno i ragazzi hanno cominciato a lavorarci, utilizzando le carte progettuali.
Aggiunge Cravero: «Il manufatto si presenta come un albero con un fusto centrale da cui si dipanano dai rami che saranno il sostegno della copertura. Un telo traforato, con una fantasia che richiami le foglie e che protegga dal sole, ma lasci anche circolare l’aria ed eventualmente entrare l’acqua. Gli “arredi” interni saranno pensati in materiale idrorepellente».
La base in legno ha forma di ottagono, disegnato dentro a un cerchio che ha un diametro di 6 metri.
I tavoli saranno composti di tanti spicchi a formare tre cerchi, ma eventualmente potranno essere disposti “a serpente”.
Continua il progettista: «Con i ragazzi stiamo studiando come personalizzare il progetto, a cominciare dalla porta d’ingresso. Dalla prossima settimana andremo in una nuova dimensione: con del cartoncino porteremo la pianta in 3D, provando a costruire, in piccolo, la nostra aula outdoor. Poi passeremo alla realizzazione, che vorremo completare per la fine dell’anno scolastico o per l’inizio del prossimo».
L’idea che gli alunni siano responsabili della loro “scuola mobile” è un aspetto saliente di questo programma. I “grandi” forniranno sì materiale e competenze tecniche, ma si considera educativa e formativa la presa in carico da parte dei ragazzi.
Per quanto sempre seguiti da insegnanti e operatori, l’effettiva costruzione è a loro cura. Intanto molte applicazioni di questo lavoro sono già state trovate in geometria.
Grande entusiasmo stanno dimostrando le maestre del plesso torresangiorgese, che vedono così trovare applicazione pratica alla recente tesi di laurea, proprio dedicata a progetti di formazione outdoor, discussa da una di loro, l’insegnante Zorniotti.