“Benvenuti a Letti di Notte 2020”. È con queste parole che Maurizio Liberti ha salutato spettatori e ospiti ieri, martedì 8 settembre, nella serata di apertura di Letti di Notte 2020, che ha avuto come protagonista Cristiano Militello, intervistato da Beppe Gandolfo.
Più che un saluto è stato un sospiro di sollievo per vedere avviarsi la manifestazione, nonostante le difficoltà di metterla in cantiere dovute all’emergenza per la pandemia che ha costretto gli organizzatori a spostare l’evento dalla tradizionale data di giugno a queste serate settembrine.
A chiamare i protagonisti sul palco è stato Alessio Russo, presidente della società calcistica CSF Carmagnola, e mentre Cristiano Militello e Beppe Gandolfo salivano i gradini e si sedevano nelle poltrone preparandosi al dialogo, la marching band “Saxmania” diretta da Maurizio Rosa intonava, ovviamente marciando, “Happy”, brano di Pharrel Williams percorrendo il perimetro dell’area riservata agli spettatori posizionandosi davanti al palco per le ultime note.
La carriera di Militello
Toccava poi a Cristiano Militello e Beppe Gandolfo, due “animali da microfono”, dialogare, usando lo spiccato senso dell’ironia e la battuta pronta che ovviamente non manca al cabarettista pisano, e nemmeno al giornalista Mediaset piemontese, passando in rassegna la carriera di Militello (Classe 1968, laurea in Scienze politiche). Toccando i punti più importanti dal momento in cui fece una rapida apparizione (circa tre minuti) nella fiction “Papà Giovanni XXIII” trasmessa nel 2002 da RAI 1 che ottenne lo share record del 51%. «Feci il casting e fui ovviamente escluso per il ruolo di Papa Giovanni. Anche per l’importante ruolo del Cardinale Altavilla, braccio destro del papa, non ebbi possibilità, troppo giovane e senza le phisique du role. Stavo quasi per andarmene deluso, quando un produttore mi propose di interpretare il ruolo di un pretino che corre per le calli di Venezia per portare la notizia al patriarca di Venezia, Angelo Roncalli (futuro papa) che papa Pio XII, il suo predecessore, è morto». Il ruolo di Militello fu un successo. «Entravo in scena subito all’inizio della fiction ben prima dei titoli di testa. Appena uscii di scena il mio telefono cominciò a squillare e venni tempestato di messaggi da amici, conoscenti e anche da gente che non avevo mai sentito».
La carriera di Cristiano Militello si sviluppa negli anni successivi fra televisione e la radio ottenendo un grande successo con “Striscia lo striscione” all’interno del contenitore “Striscia la notizia”. «Ho sempre avuto la passione degli striscioni da stadio, oltre che del calcio in genere. Del calcio mi interessa soprattutto quanto sta attorno alla partita vera e propria, con la sua cronaca, i gesti sportivi, le problematiche di ordine pubblico. Ho cominciato a collezionare immagini di striscioni calcistici raccolti fin dall’infanzia, arrivando ad averne 2500. Nel passato ero il protagonista di uno sketch per una trasmissione televisiva di un’emittente toscana che si chiamava “Il raccattapalle” che era registrata fuori dallo stadio, immortalando le battute e le situazioni più divertenti di chi nello stadio non era riuscito a entrare. Dal parcheggiatore abusivo a chi vendeva i panini a chi non aveva i soldi per pagarsi il biglietto e allo stadio non era riuscito a entrare».
I libri di Cristiano Militello
Dialogando di calcio con Beppe Gandolfo, uno che di pallone se ne intende visto che è l’autore di numerosi libri sul Toro (Militello non si è pronunciato sulla sua fede dribblando la domanda del giornalista come un’ala destra di altri tempi) si è arrivati a parlare dei libri che Militello ha dedicato al calcio. O meglio, agli striscioni dei campi di calcio, a cominciare dal suo primo successo “Giulietta è una zoccola” che riprende uno striscione portato dai tifosi napoletani a Verona, in risposta a uno striscione degli scaligeri che nel girone di andata si erano presentati al San Paolo con uno striscione “Vesuvio fatti sognare”.
Dopo quel primo libro Cristiano Militello ha prodotto “Giulietta è una zoccola, tempi supplementari”, “Giulietta è una zoccola, calci di rigore” che proseguono il filone degli striscioni per passare poi a “Cartelli d’Italia” e “Cartelli d’Italia-2” che propongono le immagine di cartelli e insegne più ironici e sgrammaticati in giro per l’Italia. Tutti i diritti d’autore di questi libri, “tutti” ha sottolineato Militello, vanno a favore dell’associazione TOG “Together to go”, impegnata nel sostegno di patologie neurologiche, in particolare paralisi cerebrali infantili e sindromi genetiche con ritardo mentale.
Le domande del pubblico
La serata si è conclusa con le domande del pubblico, affidate quest’anno a quattro ragazzini della squadra CSF Carmagnola e un lettore della biblioteca (altra novità del format Letti di Notte 2020). Oltre alla presentazione e firmacopie dell’ultima fatica di Cristiano Militello “Il Diario” che propone in ogni pagina un cartello ironico o irriverente. «Sono molto legato alla carta, più che all’elettronica e credo che un diario sia importante per riportare le proprie idee e memorie» ha concluso il cabarettista toscano, che ha regalato una serata felice e divertente agli spettatori di questa prima serata di Letti di Notte 2020, fra i quali la sindaca Ivana Gaveglio e l’assessore alla cultura Alessandro Cammarata. Una serata “Happy”, proprio come il brano suonato a passo di marcia dai ragazzi di Saxmania.