Il consenso del pubblico, stimato in circa 600 presenze distribuite nelle due serate, ha confermato la necessità cogente del confronto con esperti su temi pedagogici di rilievo. Il taglio non cattedratico delle serate ha risposto alle precise istanze degli organizzatori: «In educazione non esiste “giusto” e “sbagliato”, non ci sono ricette. Servono riflessione, condivisione e capacità di mettersi in discussione. Quando, al termine dell’intervento del relatore, tra gli spalti del Palazzetto dello Sport, dove si svolgono gli incontri, il pubblico prende la parola e formula un quesito o espone una riflessione personale, gli organizzatori capiscono di aver colto nel segno».
Rilevanza hanno assunto le asserzioni di Domenico Chiesa, che nell’incontro “TRA IL DIRE E IL FARE… Genitori, insegnanti, figli, studenti alla ricerca della coerenza educativa” ha sostenuto magistralmente l’idea che dare delle regole ai bambini significa aiutarli a crescere bene, a dotarsi degli strumenti di padronanza della propria vita, sebbene sia diffusa la percezione che la difficoltà a far rispettare le regole ai bambini e ai ragazzi stia diventando sempre più alta. Andando oltre alla superficialità con cui troppo spesso si affronta il problema delle “regole”, il relatore ha guidato i presenti a riflettere sulle esperienze personali, cominciando dalla condivisione di due condizioni necessarie: la nostra coerenza a livello di pensiero, comportamentale ed educativo, e il dare un senso regole, motivando i bambini.
Nell’incontro “ADULTI E STUDENTI CONNESSI? Comunicare nell’era dei social network: pericoli od opportunità?”, il relatore Michele Marangi è partito dalla constatazione che comunicare attraverso i social network è ormai diventata una consuetudine per milioni di persone di tutte le età e condizione socio-culturale. I social sono scelti da giovani e giovanissimi per fare amicizia, condividere opinioni, studiare, giocare o passare il tempo. Facendo un excursus tra i pericoli nascosti e le opportunità offerte da questi strumenti dei quali sembra proprio che nessuno possa più fare a meno, ha proposto agli adulti e ai giovani di riflettere assieme relativamente ad un loro uso più saggio e consapevole nel rispetto degli altri e di se stessi, alla ricerca di una “vera” condivisione e di una rinnovata reciprocità educativa.