SALUZZO
Sveglia 6:30 a.m., doccia, uniforme, French toast con Sciroppo d’acero, e poi via a scuola. Pranzo al McKinney o in qualche posto spacciato per “Italian Restaurant” e poi ancora scuola fino alle 3 p.m con inusuali materie come: fitness, fashion o la famosa “parented class” (in cui veniva insegnato ad essere un buon genitore facendoti accudire un bambino finto giorno e notte, dopo ovviamente i primi mesi con il pancione finto). A casa alcuni compiti, cena alle 5 p.m. e poi una passeggiata con la “host” mamma. Alcune chiacchiere nella famiglia ospitante, magari un film e poi a dormire.
Difficile dire cosa mi sia piaciuto di più di questa esperienza in Canada.
L’avventura è iniziata l’anno scorso quando, dal febbraio del 2015, ho ospitato a casa mia per tre mesi Gabby, una ragazza di sedici anni originaria del Quebec ma residente in Ontario. Gli innumerevoli lati in comune ci hanno portato a legare fin dall’inizio.
Il progetto di scambio culturale (della durata totale di 6 mesi, divisi in due momenti da tre mesi l’uno) è stato possibile appoggiandosi all’agenzia Launguage Leader di Milano e la sua controparte canadese, l’ISE Ontario; senza ovviamente tralasciare il sostegno e l’incoraggiamento ricevuto dal Liceo G.B. Bodoni, il quale ha accolto la mia proposta e mi ha seguita in tale percorso. Nel momento in cui viene presenta la domanda, si devono allegare documenti e lettere descrittivi del proprio carattere e passioni; bisogna essere particolarmente sinceri in modo tale da avere alla fine un compagno/a con gli stessi interessi. Fino all’ultimo non si sa chi sia il/la corrispondente canadese, e forse proprio questa incognita rende l’esperienza un’avventura.
Ho vissuto i miei tre mesi a Courtice (a pochi chilometri da Toronto), un piccolo paesino, tipicamente canadese con le case tutte uguali: vi sono cinque modelli che si ripetono in ogni strada; l’unica vera differenza sta nel colore del portone che i genitori dipingono appositamente per i loro bambini. In questo modo, dopo essere andati a giocare al parco con gli amici, possono riconoscere e tornare alla giusta casa.
La grande scoperta degli aspetti più quotidiani della tradizionale vita canadese, la vita del college canadese, le amicizie con ragazzi miei coetanei, la tipica tradizione del “trick or treat” (dolcetto o scherzetto) casa per casa la sera di Halloween e le numerose gite in famiglia tra paesaggi mozzafiato e città artistiche come Montréal, Québec City e Toronto, mi hanno sì posto davanti a una nuova cultura, ma anche, e soprattutto, aperto gli occhi sul mio Paese: piccolo gioiello che spesso trascuriamo ma che poco ha da invidiare alle bellezze oltreoceano.
Ovviamente consiglio e auguro a tutti di vivere un’esperienza simile che ci aiuta ad aprire gli occhi e ci rende più forti.
Beatrice Craveri
IV^B Liceo Bodoni – Saluzzo