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La Banca di Cherasco conferma il proprio sostegno all’arte sostenendo le spese per il restauro del dipinto “L’Angelo Custode”, preziosa tela del XVII secolo di proprietà della Confraternita della Misericordia di Cavallermaggiore.
L’intervento restaurativo
I lavori, realizzati dal laboratorio saviglianese “Restauro e Conservazione Opere di Pittura” di Cesare Pagliero, sono durati circa tre mesi: dopo una prima fase di rimozione della cornice lignea dorata, inchiodata al telaio attraverso la tela dipinta, sono state messe in sicurezza le gravi lacerazioni della tela con il parziale appianamento delle deformazioni e l’applicazione di sostegni provvisori dal retro, per poter procedere alle operazioni di pulitura della superficie pittorica.
È stata una delle fasi più delicate del restauro che ha condotto al recupero della piena leggibilità della policromia attraverso un graduale assottigliamento delle vernici sovrammesse e fortemente alterate; in seguito sono state effettuate le operazioni di riadesione del colore al tessuto di supporto e la sutura delle lacerazioni, con l’integrazione di parti mancanti mediante inserti di tessuto analogo.
Curiosità
Una particolarità relativa alle vicende creative e conservative dell’opera è emersa in seguito alla rimozione della cornice lignea dorata che ha rivelato come la parte bassa del cielo, di colore azzurro sulla sinistra e progressivamente più rossastro verso destra, sia stata quasi certamente ripresa in un intervento piuttosto antico: infatti, la ridipintura termina al confine con la cornice – non rimossa nell’occasione – ma l’aspetto materico è estremamente simile alle altre parti originali e si fonde in maniera assolutamente quasi irriconoscibile. La scelta di non rimuovere questa ridipintura è stata motivata dal fatto che osservazioni molto puntuali ed estese al microscopio in fase di pulitura, hanno permesso di appurare la presenza di pochi lacerti di pittura originale sottostante, presumibilmente rovinata da qualche remoto problema conservativo o forse anche depauperata da qualche vecchio intervento di pulitura con sistemi troppo aggressivi, a cui è stato posto rimedio in tal modo.
“L’importanza di questo restauro, reso possibile grazie al generoso contributo della Banca di Cherasco – spiega Cesare Pagliero -, è consistito nell’opportunità di fronteggiare i gravi problemi conservativi che affliggevano la tela ormai da diversi anni, fra i quali le numerose lacerazioni di origine traumatica, peggiorate progressivamente con deformazioni e perdite di colore. Tali danni deturpavano e limitavano notevolmente la godibilità del dipinto, insieme con l’intensa ossidazione delle vernici sotto forma di ingiallimento e opacizzazione, a cui si aggiungevano i depositi di sporco aggregati alla superficie nel tempo.
Dal restauro non sono emersi elementi, quali firme, date o sigle che possano facilitare l’attribuzione dell’opera ad un preciso pittore o ad un ambito artistico ma attraverso l’osservazione di varie particolarità tecniche quali la tipologia di tessuto, la larghezza delle pezze cucite in verticale, l’inchiodatura al telaio ancora originale, nonché ovviamente per le caratteristiche del ductus pittorico, è verosimile che si tratti di un pittore piemontese del XVII secolo, non lontano dalla tradizione locale” conclude l’autore del restauro.
“Il nostro istituto ha sempre destinato risorse importanti all’arte e alla cultura, come il recente restauro di Palazzo Salmatoris e la mostra sui Savoia che si terrà a Cherasco in autunno – spiega il Presidente Giovanni Claudio Olivero -. Abbiamo deciso di sostenere il restauro de “L’angelo custode”, una tela di quasi tre metri d’altezza, vero e proprio gioiello dell’arte barocca piemontese, perché sappiamo l’importanza che il dipinto ha per la città di Cavallermaggiore e per la Confraternita della Misericordia”.