L’esposizione, curata da Vittorio Natale, presenta la fortuna del tema iconografico dei putti, dal periodo Barcco a Neoclassicismo, per la prima volta esposto a livello europeo in un percorso monografico.
Presenti anche opere recuperate dai depositi del Castello di Racconigi
TORINO
La Fondazione Accorsi – Ometto dedica alla fortuna del tema iconografico dei putti una mostra che, affidata alla cura di Vittorio Natale, sarà allestita nelle sale espositive del museo dal 19 febbraio al 5 giugno 2016; l’argomento – pur avendo attirato in passato l’attenzione di eminenti studiosi – non è mai stato oggetto di una iniziativa espositiva monografica in Europa.
Sotto le variate spoglie di spiritelli, amorini, genietti o di cherubini – come recita il titolo della mostra – i putti, ispirati all’arte antica romana, hanno trovato ampia diffusione soprattutto a partire dal Rinascimento, dilagando durante il Sei e il Settecento con funzioni decorative, ma anche allegoriche, e caratterizzando in vario modo sia l’arte profana che quella sacra.
La mostra raccoglie oltre sessanta selezionatissimi oggetti provenienti da collezioni pubbliche italiane e private (italiane e straniere) ed è articolata in sei sezioni tematiche che sviluppano il tema dal punto di vista privilegiato delle committenze sabaude e piemontesi.
Nel percorso, che si articola partendo dall’origine e diffusione del tema e passando poi per le sezioni dedicate a Nelle vesti di Amore, Allegorie profane, Angioletti e cherubini, Giochi di putti, Putti e arti decorative, sono esposti dipinti, sculture in terracotta, in marmo, in legno policromo, mobili, stampe, bronzi e argenti.
Accanto ad opere anche di Guido Reni, Isidoro Bianchi, Bartolomeo Guidobono, Guglielmo Caccia detto il Moncalvo, Francesco Cairo, Francesco Ladatte, Vittorio Amedeo Rapous, Ignazio e Filippo Collino, lo sguardo viene allargato in alcune sezioni al contesto internazionale, con opere anche di Charles Amédée Philippe Van Loo, Camillo Rusconi e di Paul Heermann.
L’organizzazione della mostra è stata occasione per alcuni significativi recuperi di opere, individuate nei depositi di collezioni pubbliche e restituite alla pubblica fruizione, anche futura, grazie a specifici restauri.
È il caso dei dipinto ricondotto alla committenza del Cardinal Maurizio di Savoia con tre putti allegorici, finora conservato nei depositi del castello di Racconigi, il cui intervento di restauro è stato realizzato grazie a un finanziamento della Associazione Amici di Racconigi; ma è anche il caso di altre opere, che sono state restaurate con il contributo della Fondazione Accorsi-Ometto: il dipinto di Claudio Francesco Beaumont, ritenuto un bozzetto per l’Allegoria della Concordia che orna la volta della Galleria delle Battaglie di Palazzo Reale, proveniente dai depositi di Racconigi, o la Vanitas con Amore dormiente di Bartolomeo Guidobono, appartenente al Museo del Territorio di Biella, o, ancora, una serie di quattro piccole tele conservate nei depositi di Palazzo Madama, le quali raffigurano putti che reggono attributi, accompagnati da cartigli con iscrizioni, riferite a un pittore emiliano attivo nel secondo quarto del secolo XVII, forse identificabile in Francesco Gessi.
INCONTRI PER APPROFONDIRE I MITI E LE ALLEGORIE
Il Museo Accorsi – Ometto propone di domenica al pubblico una serie di appuntamenti volti ad approfondire i miti e le allegorie intorno al tema dei putti nella storia dell’arte. Anna Maria Cavanna accompagnerà i visitatori alla scoperta delle opere esposte in mostra, analizzandone il contesto e i protagonisti.
• Domenica 21 febbraio, ore 11.00
Donatello, Jacopo della Quercia, Mantegna e gli altri: l’invenzione del putto nelle arti del Quattrocento.
Eredi dei genietti e degli amorini del mondo pagano, i putti diventano protagonisti nell’arte del Quattrocento soprattutto grazie a Donatello, Jacopo della Quercia, Mantegna. La loro vitalità irromperà sia nelle raffigurazioni profane sia in quelle sacre anche nel secolo successivo, specialmente nell’opera di Raffaello.
• Domenica 6 marzo, ore 11.00
Spiritelli d’Amore: Eros e Anteros, Amor sacro e Amor profano nella pittura dal XV al XVII secolo.
La figura del putto nelle vesti di Cupido ha avuto straordinaria fortuna nella pittura dal XV al XVII secolo, in rapporto anche con la letteratura e con la diffusione della dottrina neoplatonica. La contrapposizione tra i due tipi di amore, quello passionale e quello virtuoso, ha trovato raffinate sfaccettature nelle immagini di Eros e Anteros.
• Domenica 20 marzo, ore 11.00
Tra arte e letteratura: come decifrare l’iconografia di angeli e demoni.
Dalle pagine della “Divina Commedia” di Dante alle immagini di celebri artisti l’interpretazione delle gerarchie celesti e il tema della caduta degli angeli ribelli si arricchiscono nel corso dei secoli di suggestive varianti.
• Domenica 10 aprile, ore 11.00
Le committenze romane del cardinale Maurizio di Savoia: putti allegorici a confronto e nuove iconografie.
Maurizio di Savoia, raffinato collezionista e Principe dell’Accademia dei Desiosi, sorta a Roma nel suo Palazzo di Montegiordano, fu in rapporto con artisti come Domenichino, Albani, Varotari ai quali commissionò dipinti che rinnovavano la raffigurazione degli amorini.
• Domenica 22 maggio, ore 11.00
Scherzi e giochi diversi de’ putti: da Gimignani a Duquesnoy, da Boucher a Van Loo.
Nel Settecento, la tematica dello scherzo anima con vivacità le scene in cui i putti vengono raffigurati, spesso in ambiente bucolico. I modelli francesi saranno vincolanti sia in pittura sia nelle arti decorative, soprattutto per gli artisti attivi alla Corte sabauda.
COSTO: intero € 18,00, Ridotto € 15,00 (studenti fino a 26 anni, over 65, convenzioni). Possessori Abbonamento Musei e Torino + Piemonte Card € 6,00. PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA: 011 837688 int. 5 o int.3 (con orario: 10-13 e 14-18)