STOP AL NUOVO COMPLESSO RESIDENZIALE
MORETTA – Nuovo stop a Moretta: dopo il ridimensionamento del progetto di piazza Salina che dall’importo iniziale di 350mila euro è sceso ad appena 75mila euro, giunge un nuovo dietrofront in paese. Il progetto che avrebbe visto la nascita di un complesso residenziale su piazza Regina Elena, al posto del vecchio stabile del Consorzio all’ingresso del paese, è sfumato negli scorsi giorni.L’argomento aveva fatto parecchio discutere in Consiglio comunale: il gruppo di minoranza guidato dall’ex-sindaco Enrico Prat sosteneva infatti la riqualificazione dell’area con la nascita di un punto d’accoglienza per il paese, un giardino, qualche parcheggio. Il tutto sarebbe stato possibile esercitando il diritto di prelazione sullo stabile, oltre che al reperimento dei fondi necessari.
Dall’altra invece il sindaco Sergio Banchio, alle prese con le ristrettezze economiche del Patto di Stabilità, impossibilitato a coprire la cifra di 800 mila euro, cifra offerta al Consorzio da una ditta privata per la costruzione degli alloggi.
Negli scorsi giorni però l’intermediario che aveva promesso di comprare e riqualificare, si è tirato indietro e del destino del Consorzio si attende ora un nuovo colpo di scena.
Un anno fa, il Comune aveva inoltre emesso un’ordinanza con cui si chiedeva la rimozione della copertura in eternit della struttura: a dicembre 2012 il complesso si presentava infatti coperto da impalcature, parte della copertura venne sostituita da alcuni teli di nylon temporanei. Si pensava infatti che la costruzione di un nuovo tetto sarebbe risultata inutile in attesa di una imminente demolizione, così come sembrava almeno dalle intenzioni.
In questa situazione quindi la struttura non è stata utilizzata dal Consorzio per lo stoccaggio per via di alcune infiltrazioni, e la costruzione dei nuovi alloggi è sfumata. Per lo stesso motivo il Consorzio sta pensando di ricoprire lo stabile in modo da poterlo usare nuovamente.
Intanto il Comune di Moretta, per voce del sindaco Banchio, ha già avanzato l’ipotesi di revocare la delibera con cui si rinunciava al diritto di prelazione, e valutare in seguito se esercitarlo o meno a seconda delle offerte che perverranno.