A cura della dott.ssa Silvia Senestro
L’argomento di questo articolo mi è stato involontariamente suggerito da un amico il quale, molto affezionato alla sorella ma provato dalle frequenti incomprensioni, mi ha detto: “forse ho trovato la chiave per andare d’accordo con lei; ho individuato i tre argomenti che non vanno toccati. Se riesco a lasciarli perdere, noi due andiamo d’amore e d’accordo”.
Credo che abbia trovato una soluzione intelligente.
Un rapporto non è degno del suo nome solo ed esclusivamente se tutte le sue aree funzionano perfettamente. Spesso viviamo male le nostre relazioni (amorose, amicali, parentali) proprio perché ci focalizziamo su ciò che non va o non funziona e finiamo sempre per sbatterci il naso.
Ragioniamo in termini di tutto o niente o, peggio, di “più ce n’è meglio è” e ci ritroviamo con in mano un pugno di mosche.
In ogni rapporto, dal punto di vista psicologico, ci sono delle cose possibili e delle cose impossibili in termini di legame, argomenti, condivisione, aspettative. Tanto vale prenderne atto e smetterla di impuntarsi su ciò che non può essere.
Pensiamo a tutte le volte in cui caschiamo, con la stessa persona, nella medesima discussione o trappola o delusione e ci accorgiamo di vivere la relazione comportandoci come un criceto sulla ruota. Come si scende dalla ruota? Guardando lucidamente a cosa è impossibile, per noi (e sottolineo “per noi”) con quella persona.
Con Tizio mi trovo benissimo ma è meglio non mettersi a discutere di politica.
Con Caio parlerei per ore, ma gli argomenti tabù sono la religione e, che so, i vaccini.
A Sempronio è meglio non dare consigli perché non li accetta.
Con Ciuccio va bene divertirsi, ma non ci si può impelagare in una relazione seria perché, ohibò, le sue fidanzate tendono a trasformarsi in renne e non solo a Natale.
Provate a compilare uno schedario dei vostri amici e parenti: nome, cognome, cose possibili, cose impossibili e tutto vi apparirà più chiaro. I rapporti perfetti non esistono e se un legame è per noi importante, possiamo proteggerlo solo ed esclusivamente ponendogli dei limiti, un po’ come se costruissimo un bel recinto. Finché restiamo all’interno di esso il rapporto è protetto, ma se ci avventuriamo fuori sappiamo di correre dei rischi.
Porre il limite non è né brutto né da sfigati: è intelligente. È accettare la realtà e mettere in pratica il vecchio detto (ripreso nientepopodimeno che da Beyoncé) “se la vita ti porta limoni, impara a fare la limonata” invece di ostinaci, pieni di limoni, a cercare di fare l’aranciata.