Sabato 9 marzo il Ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, si è recato, a Novi Ligure in visita allo stabilimento ex Ilva.
Dopo la nomina di Giancarlo Quaranta quale amministratore straordinario, l’attenzione rimane incentrata sul futuro e sull’evoluzione che potrebbe interessare il comparto della siderurgia. Nell’incontro il ministro delle Imprese ha rassicurato le istituzioni locali, la Regione e i sindacati sul rilancio degli stabilimenti siderurgici del Paese e della Regione. I poli produttivi piemontesi rispondono alle esigenze dei fabbisogni delle industrie italiane pertanto il ministro si è dimostrato convinto che con l’amministrazione straordinaria si possa finalmente voltare pagina e, dopo oltre dieci anni in cui si è parlato soltanto di crisi e chiusura di impianti, si possa ora tornare a parlare di politica siderurgica, di riapertura e salvaguardia degli impianti e del lavoro, senza dimenticare la sicurezza dei lavoratori e dell’ambiente. A livello nazionale oggi si assiste al rilancio della siderurgia italiana con la realizzazione di importanti joint venture con investitori stranieri, per Piombino e Terni e, il Governo mira anche e soprattutto al rilancio dell’ex Ilva poiché “Ia siderurgia italiana può ricoprire un ruolo importante nei nuovi assetti geopolitici e geoeconomici che vedono l’Italia al centro”.
In quest’ottica è stato indetto un ulteriore tavolo tecnico per lunedì 25 marzo cui hanno partecipato anche i sindacati e le imprese dell’indotto ex Ilva. Infatti al confronto erano presenti i ministri Urso, Calderone (Lavoro e Politiche Sociali) e in videocollegamento Giorgetti (Economia e Finanze) accanto al sottosegretario alla presidenza del consiglio Alfredo Mantovano. Per i sindacati erano presenti i rappresentanti di Fim, Fiom, Uilm, Usb e Ugl metalmeccanici. Dopo il primo incontro, a seguire ne è stato previsto un secondo con le associazioni di categoria (A.I.G.I., Casartigiani Puglia, CNA Taranto, Confartigianato Puglia, Confapi Taranto, Confindustria Taranto, Fai/Conftrasporto, Federmanager) specifico sulla situazione dell’indotto.
In tale sede sarà illustrato anche un sistema di salvaguardia per le imprese dell’indotto e della filiera, per quanto riguarda i crediti che esse avanzano, poiché da tempo hanno sospeso le attività sollecitando misure a tutela dei loro crediti. L’indotto ha necessità che siano sbloccati con urgenza i pagamenti perché molte imprese sono ormai sull’orlo del fallimento.
Durante l’incontro del 25 marzo, avvenuto con i sindacati il Governo ha comunicato che è in preparazione il decreto interministeriale per il prestito ponte da 320 milioni di euro per la gestione delle attività di Acciaierie d’Italia. Nelle prossime ore, inoltre, saranno trasferiti 150 milioni da Ilva in amministrazione straordinaria ai commissari di Acciaierie d’Italia per la manutenzione degli impianti.
Il ministro ha garantito che anche in tale sede il Governo interviene con “un sostegno pieno e significativo” in quanto “è nostra intenzione giungere a una soluzione positiva: la salvaguardia degli impianti e poi l’assegnazione degli stessi, in modo che si possa tornare a parlare del grande sistema siderurgico dell’Italia”.
Secondo il numero uno della Fiom, Michele De Palma, è necessario “continuare a garantire che ci sia la presenza pubblica. Poi è necessario garantire la piena occupazione di tutti i lavoratori, perché gli errori e i disastri del management non possono essere pagati dai lavoratori e dai cittadini dei luoghi dove sono gli stabilimenti. È necessario che qualunque bando venga fatto dal governo metta in garanzia anche gli investimenti sulla transizione da un punto di vista ambientale“.
Più pessimista il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, ha affermato che contrariamente alle aspettative di poter usufruire già di risorse economiche “le risorse non sono arrivate, non sono arrivati i 150 milioni di euro dell’amministrazione straordinaria e non sono arrivati i 320 milioni che il governo aveva promesso e programmato. E senza le risorse è inevitabile che la situazione continui a rimanere drammatica”. L’attesa di ulteriori tempi affinché siano rese disponibili le somme promesse potrebbe avere conseguenze gravi.