TORINO – L’Aula di Palazzo Lascaris ha approvato, a maggioranza, la delibera che adotta il Piano regionale di coordinamento predisposto dalla Giunta per la realizzazione di nuovi cimiteri e crematori. L’obbligo di dotarsi di questo provvedimento era stato previsto dalle legge nazionale 130/2001 e dalla legge regionale 15/2011.
Per quanto riguarda i crematori, il testo stabilisce i requisiti per la costruzione di un nuovo impianto, che deve realizzare almeno 1.200/1.300 cremazioni all’anno e avere un bacino di riferimento di almeno 5mila decessi all’anno (equivalente a una popolazione di circa 500mila abitanti), un valore raggiungibile anche attraverso associazioni tra Comuni, Convenzioni e Unioni di Comuni. Si prevede inoltre una distanza minima da una struttura all’altra pari a 50 km, garantendo comunque la realizzazione di un impianto per ogni territorio provinciale. Tale criterio non si applica per l’ambito territoriale della Città metropolitana.
Possono comunque essere autorizzati gli impianti di cremazione per la cui realizzazione, prima dell’entrata in vigore del piano, siano stati avviati dai Comuni procedimenti da cui derivino obblighi vincolanti per gli stessi.
Per i piccoli Comuni con popolazione inferiore ai 5mila abitanti sono introdotte alcune semplificazioni degli adempimenti. Essi sono, per esempio, tenuti alla revisione del Piano cimiteriale solo ogni qualvolta si registrano variazioni rilevanti degli elementi presi in esame dal piano medesimo.
Si stabilisce infine la necessità che i cimiteri di nuova costruzione o in fase di ampliamento o ristrutturazione siano dotati di una sala di commiato e si richiama la disciplina per l’istituzione dei cimiteri per animali d’affezione.
L’assessore alla Sanità, Antonio Saitta, ha presentato la delibera affermando che “si tratta di un documento equilibrato, che salvaguardia gli impianti esistenti, specie quelli in fase di avvio, contemperando la liberalizzazione e la necessità di regolamentare e che recepisce le raccomandazioni del Consiglio delle autonomie locali per i piccoli Comuni”.
Durante il dibattito generale il capogruppo M5S, Giorgio Bertola, ha affermato la non partecipazione al voto del suo gruppo: “Si tratta di un provvedimento importante, che disciplina un fenomeno in forte aumento, come quello della cremazione, ma sarebbe auspicabile utilizzare criteri restrittivi, poiché incentivare nuovi impianti rischia di creare grandi irregolarità”.
Il consigliere di Forza Italia Gian Luca Vignale ha dichiarato contrarietà circa l’inserimento del criterio della distanza chilometrica fra un impianto di cremazione e l’altro, “un elemento che garantisce una rendita di posizione ingiustificata ai soggetti già oggi autorizzati, creando un forte svantaggio competitivo per le aziende che vogliono entrare in un settore destinato a crescere nei prossimi anni”.
“Nessuno vuole creare regimi di monopolio, ma non potevamo lasciare una situazione non regolamentata, all’interno della quale sono stati fatti anche investimenti pubblici”, ha replicato la consigliera Angela Motta (Pd). “Siamo giunti a una buona soluzione di mediazione, che non mantiene solo l’esistente ma prevede una clausola a favore anche dei progetti già avviati”.