Saluzzo. Dopo i solleciti Rfi risponde che non ci saranno restauri alla stazione

«Dal sopralluogo effettuato – assicurano dalle Ferrovie – non sono emersi urgenti pericoli per le parti dell’edificio prospettanti sulla pubblica piazza, che saranno comunque ulteriormente verificati e monitorati». Così “Rfi – Rete ferroviaria italiana” ha risposto ai solleciti di giugno ed agosto del sindaco di Saluzzo Mauro Calderoni, a seguito del crollo di parte del tetto della stazione ferroviaria.

Il Comune aveva richiesto anche garanzie e tempistiche sugli interventi di restauro dell’antico scalo, inaugurato il primo gennaio 1857. Ma Rfi ha comunicato che «Non sono prevedibili nel breve/medio termine interventi di restauro conservativo dell’immobile, i cui lavori saranno pianificati d’intesa e previa autorizzazione da parte della Soprintendenza, dal momento che il bene è sottoposto a vincolo di interesse culturale».

Rfi riferisce comunque di una prossima manutenzione: «Questa società eseguirà entro fine anno un intervento di pulizia dell’area e delle relative pertinenze, così come da voi richiesto nella nota del 17/06/2022. Gli eventuali interventi alla facciata potranno limitarsi solamente alla spicconatura di parti pericolanti ed alla messa in sicurezza delle stesse, non potendo infatti intervenire per eseguire alcun intervento di miglioria in assenza di un progetto approvato dalla Soprintendenza».

La stazione e tutta l’area dello scalo sono inutilizzati e non vengono frequentati da marzo 2020 quando la Giunta Cirio ha sospeso la linea per Savigliano, riattivata nel gennaio del 2019 dopo 7 anni di una prima sospensione, decisa sempre dalla Regione Piemonte allora guidata da Roberto Cota.

«La linea ferroviaria è attiva e funzionante – dice Calderoni – perché utilizzata dai convogli merci. Nel nuovo contratto fra la Regione e Trenitalia non c’è accenno alla riapertura delle nostre tratte, ma noi continuiamo a lottare, senza arrenderci. In attesa di rivedere i treni, vorremmo almeno che la stazione, un edificio storico e simbolico per la città, fosse recuperato e restaurato come merita e come meritiamo noi saluzzesi».

redazione

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